Ebbene si, anche un ragazzo abituato a sperdersi nelle lande più desolate dello Wyoming può recarsi a Londra ed, addirittura, apprezzarla. Non ci credevo nemmeno io, il ragazzo in questione! E' stato sorprendente vedere che la diffidenza, l'apatia, quasi la "paura" della grande città siano state vinte da una causa di forza maggiore: il fascino della City. Ora, non voglio dire che mi cago addosso quando entro o cammino in una città, sia chiaro. Voglio solo dire che mi sento più a mio agio tra i boschi, nelle strada secondarie che passano tra le campagne piuttosto che nell'arteria principale della più grande metropoli nordamericana piuttosto che europea. Si, perchè almeno se devo fermarmi per chiedere informazioni non vengo asfaltato all'istante da un nugolo di automobilisti inferociti, quanto piuttosto rischio al massimo che uno zotico al volante di un trattore mi saluti sputacchiando un pò di saliva mista a tabacco. Ecco tutto.
Londra è una città incredibilmente metropolita, un vero melting pot. Non credevo il fenomeno fosse così diffuso. Non credevo a molte cose prima di partire a dire il vero! Tra indiani, orientali da ogni paese, italiani, est-europei, tedeschi, spagnoli, africani.. è un vero crogiuolo etnico. Fa specie raccontarvi che la prima persona che incontrai in questo breve soggiorno fu una ragazza italiana, smascherata dall'accento. Alla fine della conversazione, dissi ad Andrea (il mio rodato compare di viaggio) "Che storie, la prima persona che incontriamo a Londra è italiana!". Lui mi rispose "Beh, a dire il vero non è poi così improbabile!". Verificai nei giorni la veridicità della sua affermazione. Mai parole furono più sagge. Tra le varie persone incontrate, di italiani ve n'erano un sacco. Il commesso di Starbucks vicino al British Museum è italiano, un 19 enne dei dintorni di Roma. Ti perseguitano quasi. Te ne vai per estraniarti un pò dai ritmi, dai costumi, dalla lingua del tuo paese.. e ti trovi in una sua piccola colonia all'estero. Ironia della sorte.
Londra ad ogni modo è una città molto carina. Carina ma invivibile. Non ci sono troppe macchine nel centro: si perchè in realtà vi si trovano più bus e taxi che altro. I taxi sono neri, e quando si accodano lungo il Mall sembra una processione funebre per la regina. Impressiona un pò! La città, sempre in movimento, si muove perlopiù su mezzi pubblici. Citando Andrea, sembra che metà della popolazione sia sotto terra - a prendere la metro (Mezzo di trasporto efficacissimo ma che presuppone la sfida a decine e decine di scale mobili e non e a raffiche di vento possenti, prima di portare a termine lo spostamento). Il trasporto efficiente però non rende la città tanto più vivibile. La gente è sempre in movimento, a qualsiasi ora, c'è gente in metro vestita in giacca e cravatta anche alle 23. Ci sono dei ritmi che la governano che mi sono sembrati così strani, così lontani, da farmi sentire un pesce fuor d'acqua (o ancor meglio uno che ha preso una testata pazzesca e che per qualche secondo vaga barcollando nel nulla). Poi, mettendola sul mero piano economico, costa un'infinità. Gli stipendi saranno si un pò più alti, ma solo per poter far fronte a tutte le spese. Tutto costa. Gli affitti sono - a mio parere - astronomici - e anche per poter disporre di una misera abitazione in centro bisogna sobbarcarsi un affitto salato. Questa città, seppure affascinante, non è di certo il posto dove vivrei, e nemmeno dove farei il turista per più di 4-5 giorni!
Un punto a favore delle "to see things" lo guadagna subito, senza indugio, mr Big Ben. It's amazing! Uscendo dalla fermata della metro di Westminster, lo spettacolo che si para davanti al turista è grandioso: il famosissimo campanile - quello di Peter Pan, no? - si staglia alto e possente nel cielo londinese, illuminato di notte o sfumato dai colori dettati dal meteo durante il giorno. Rimani quasi immobile con il naso all'insù per un minuto. Poi, se sei come il sottoscritto, esclami " Cazzo che figata!!". Ne seguono, ovviamente, foto da ogni angolatura, con ogni sfumatura, da ogni distanza, ad ogni ora del giorno. Fino a quando, alla ventisettesima foto allo stesso soggetto, dici anche tu "Adesso basta", onde evitare di risultare monotono nel mostrare le foto del viaggio ai tuoi genitori. Quando alla fine, col torcicollo e senza più batteria per la reflex - troppe foto al Big Ben - riporti il naso a livello del terreno, noti invariabilmente una cosa: il pessimo gusto estetico dell'inglese medio. Sebrano esser stati vestiti da Lapo Elkann quand'è sotto effetto di stupefacenti - il che è tutto dire, visto che si veste da culo anche quando sano.
Credo di poter affermare che, presi singolarmente, i capi d'abbigliamento siano anche decenti. Quel che fa definitivamente schifo è il modo con cui vengono abbinati. Scarpe da golf bianche e marroni seguite da calze nere e gonna sportiva verde chiaro. Uomini in giacca e cravatta (camicia rigorosamente bianca e cravatta rigorosissimamente rossa - con qualche piccola variazione ammessa) con - attenzione - il calzino rosa shocking. Calzini rosa?? Io perdo il posto di lavoro se faccio una cosa così becera! Chiamatela come volete - liberismo indumentale o gusto da procione - ma la mia idea in merito va decisamente sul gusto da procione!