Quando mi sveglio alle 6.30, ad un Flying J giusto all'uscita dell'Interstate-15 in Idaho, fa un freddo polare e io sono rannicchiato su me stesso per cercare di intrappolare quel calore che cerca maledettamente di fuggirmi - e ci riesce.
Teoricamente ho dormito una decina di ore, ma sento come se le ore fossero state 3.
Mi metto comunque in marcia, dopo aver ceduto a comprare del caffe' alla stazione di servizio per ben 2$, piuttosto di battere i denti al freddo e al vento per farmelo da me. La giornata appare molto nuvolosa, gelida, e con pochi sprazzi di sole. L'unico a darmi speranza illumina una catena di monti verso ovest, e mi fornisce lo spunto per la prima, bella foto del giorno. Se ne apprestavano invece molte altre.
Il giorno prima era stato una grande cavalcata: dal parco di Capitol Reef, centro-sud dello Utah, ad oltre il confine con l'Idaho. In mezzo, tante minuscole cittadine di campagna a sud, ognuna delle quali con un vecchio diner, un sacco di attrezzi per strada a marcire, qualche mulino a vento, e la solita pompa di benzina. Cittadine semi-fantasma ma con un fascino da vecchio west assolutamente irrinunciabile, mi son fermato a far qualche foto in ognuna di esse. Poi, l'Interstate-15. Di solito le interstate sono noiosissime, infinite autostrade da "pilota automatico". Non in Utah. Ogni curva (incredibile, curve!) riservava una nuova catena montuosa, innevata. Alla vista di Salt Lake City quasi sbandi. La citta', il lago ad ovest, e montagne a 360 gradi. Credo che in una giornata di sole, d'inverno, sia uno spettacolo con pochi eguali in America, e al mondo. Anche il centro citta' - LDS a parte! - e' molto carino, vivibile, curato. C'e' da dar credito per una cosa comunque, ai mormoni: hanno costruito un centro citta' che sembra una fiaba. Irreale. Sembra che tutti siano felici e contenti, che mantengano il posto sempre bello e pulito, e che siano tutti sempre pronti col sorriso ad aiutarti. Credo siano brava gente, i mormoni, e a dir la verita' mi piacerebbe un sacco incontrarne qualcuno nei campi, a vivere la vita di un tempo, quella dei loro padri i pionieri.
Oggi pero' e' un giorno da assalto alle montagne, da scalata. I pantaloncini corti che indosso mi fanno ridere. Sono ridicolmente non attrezzato per la montagna, complice il mio pensare ai grilli mentre rifacevo la valigia quand'ero a casa, in ottobre. Non misi niente di pesante via di una felpa. Lame guy.
In macchina regna l'aria condizionata, settore caldo. Nonappena esco per fare una foto, una brezza tagliente mi gela il naso, mi fa lacrimare gli occhi e fa perdere conoscenza alle dita delle mani. Fuori ci sono circa -3 gradi. Nonostante tutto, il paesaggio mutevole e' cosi' attraente. Passa dallo sprazzo di sole temporaneo che taglia lo strato denso di nubi, alle nuvole grigie e minacciose che gettano oscure ombre sulla mia giornata. Imperterrito, proseguo verso il valico. Guido sulla "Pioneer Scenic Route", che mi porta sulle orme dei pionieri che 150 anni fa varcarono queste fertili ma ostili, indomite terre su calessi trainati da buoi. Un pensiero abbastanza penoso al giorno d'oggi. Quella gente aveva gran fegato, e grinta da vendere. Noi al confronto siamo seriamente dei pivellini - ed e' la pura verita'.
Attraverso una pianura allagata - che fosse un semplice lago?! - che ospita diversi specie migratorie di uccelli, come anche residenti stabili. Vedo qualche falco pescatore, qualche gru, e un'aquila americana appollaiata su una staccionata. Il cielo resta grigio. Poco piu' avanti sulla strada, dopo una curva, avvisto una carcassa di un cervo. Scruto i paraggi prima di uscire, di solito cose del genere sono calamite per i predatori - vedi orsi e lupi - ma oggi sono fortunato. La mia pellaccia e' al sicuro. Mentre continuo a guidare, salgo di quota ed entro in Wyoming. Nevica nella Star Valley. Io sono ancora in pantaloncini corti e l'aria calda non oso spegnerla. Il vento sprezza. Sa tanto da quell'inverno che non vedevo da due anni. Non mi dispiace affatto, tutto sommato. Continuo a vedere nidi di falchi, e poco oltre, parte del famoso National Elk Refuge, che da rifugio a qualcosa come 10-15mila wapiti (specie di cervi). Sono un sacco di bestie! La neve continua a fioccare, ma attacca poco. La strada e' piacevole e sembra promettere qualche orsesco avvistamento. Tuttavia, non sono fortunato. Arrivo a Jackson affamato, un po' infreddolito, e faccio brunch da McDonald. Solo per non dovermi straziare a cucinare con il tempaccio la di fuori.
Preparo la giornata. La nottata. Incontro un ragazzo dallo Utah con cui programmo la giornata successiva, qualche camminata, qualche foto in giro. Solite cose da backpacking around.
Poi.. la giornata passa tranquilla. Esco a far compere: realizzo di essere terribilmente inadatto al clima che ho di fronte. Non so perche' ma nella breve sosta a casa ho dimenticato qualsiasi indumento pesante all'infuori di una, singola felpa. Dopo averne comprate altre due da H&M a Salt Lake City, mi munisco di un caldo pantalone lungo di quelli "da casa", infelpati, e mi sento gia' piu' al sicuro. Garanzia per gambe a caldo la notte.
A proposito, il meteo da temperature attorno ai -10 stanotte. Anche se vestiti, sotto sacco a pelo e doppia coperta, sara' qualcosa di interessante, per metterla cosi'.
PS. Il giorno dopo, oggi, mi sveglio. Fa freddo, come previsto. Mi sposto un attimo verso il parco, e poco prima di fermarmi a farmi del caffe' caldo, scopro che la temperatura e', per i miei canoni, polare: -17 celsius. E sono le 7 del mattino. Evidentemente la notte devo aver combattuto con qualcosa col 2 davanti, non l'uno. Fuck. Still so freakin cold out here!!
Ma i posti sono invidiabili, il cielo stamane e blu come il piu' bello degli oceani, non c'e' una nuvola, non c'e' un turista e la neve bianca copre praticamente tutto. Nulla mi ha mai ricordato l'Alaska cosi' tanto. Nulla per ora, ai miei occhi, puo' raggiungere una bellezza del genere per quanto riguarda il regno naturale!
Teoricamente ho dormito una decina di ore, ma sento come se le ore fossero state 3.
Mi metto comunque in marcia, dopo aver ceduto a comprare del caffe' alla stazione di servizio per ben 2$, piuttosto di battere i denti al freddo e al vento per farmelo da me. La giornata appare molto nuvolosa, gelida, e con pochi sprazzi di sole. L'unico a darmi speranza illumina una catena di monti verso ovest, e mi fornisce lo spunto per la prima, bella foto del giorno. Se ne apprestavano invece molte altre.
Il giorno prima era stato una grande cavalcata: dal parco di Capitol Reef, centro-sud dello Utah, ad oltre il confine con l'Idaho. In mezzo, tante minuscole cittadine di campagna a sud, ognuna delle quali con un vecchio diner, un sacco di attrezzi per strada a marcire, qualche mulino a vento, e la solita pompa di benzina. Cittadine semi-fantasma ma con un fascino da vecchio west assolutamente irrinunciabile, mi son fermato a far qualche foto in ognuna di esse. Poi, l'Interstate-15. Di solito le interstate sono noiosissime, infinite autostrade da "pilota automatico". Non in Utah. Ogni curva (incredibile, curve!) riservava una nuova catena montuosa, innevata. Alla vista di Salt Lake City quasi sbandi. La citta', il lago ad ovest, e montagne a 360 gradi. Credo che in una giornata di sole, d'inverno, sia uno spettacolo con pochi eguali in America, e al mondo. Anche il centro citta' - LDS a parte! - e' molto carino, vivibile, curato. C'e' da dar credito per una cosa comunque, ai mormoni: hanno costruito un centro citta' che sembra una fiaba. Irreale. Sembra che tutti siano felici e contenti, che mantengano il posto sempre bello e pulito, e che siano tutti sempre pronti col sorriso ad aiutarti. Credo siano brava gente, i mormoni, e a dir la verita' mi piacerebbe un sacco incontrarne qualcuno nei campi, a vivere la vita di un tempo, quella dei loro padri i pionieri.
Oggi pero' e' un giorno da assalto alle montagne, da scalata. I pantaloncini corti che indosso mi fanno ridere. Sono ridicolmente non attrezzato per la montagna, complice il mio pensare ai grilli mentre rifacevo la valigia quand'ero a casa, in ottobre. Non misi niente di pesante via di una felpa. Lame guy.
In macchina regna l'aria condizionata, settore caldo. Nonappena esco per fare una foto, una brezza tagliente mi gela il naso, mi fa lacrimare gli occhi e fa perdere conoscenza alle dita delle mani. Fuori ci sono circa -3 gradi. Nonostante tutto, il paesaggio mutevole e' cosi' attraente. Passa dallo sprazzo di sole temporaneo che taglia lo strato denso di nubi, alle nuvole grigie e minacciose che gettano oscure ombre sulla mia giornata. Imperterrito, proseguo verso il valico. Guido sulla "Pioneer Scenic Route", che mi porta sulle orme dei pionieri che 150 anni fa varcarono queste fertili ma ostili, indomite terre su calessi trainati da buoi. Un pensiero abbastanza penoso al giorno d'oggi. Quella gente aveva gran fegato, e grinta da vendere. Noi al confronto siamo seriamente dei pivellini - ed e' la pura verita'.
Attraverso una pianura allagata - che fosse un semplice lago?! - che ospita diversi specie migratorie di uccelli, come anche residenti stabili. Vedo qualche falco pescatore, qualche gru, e un'aquila americana appollaiata su una staccionata. Il cielo resta grigio. Poco piu' avanti sulla strada, dopo una curva, avvisto una carcassa di un cervo. Scruto i paraggi prima di uscire, di solito cose del genere sono calamite per i predatori - vedi orsi e lupi - ma oggi sono fortunato. La mia pellaccia e' al sicuro. Mentre continuo a guidare, salgo di quota ed entro in Wyoming. Nevica nella Star Valley. Io sono ancora in pantaloncini corti e l'aria calda non oso spegnerla. Il vento sprezza. Sa tanto da quell'inverno che non vedevo da due anni. Non mi dispiace affatto, tutto sommato. Continuo a vedere nidi di falchi, e poco oltre, parte del famoso National Elk Refuge, che da rifugio a qualcosa come 10-15mila wapiti (specie di cervi). Sono un sacco di bestie! La neve continua a fioccare, ma attacca poco. La strada e' piacevole e sembra promettere qualche orsesco avvistamento. Tuttavia, non sono fortunato. Arrivo a Jackson affamato, un po' infreddolito, e faccio brunch da McDonald. Solo per non dovermi straziare a cucinare con il tempaccio la di fuori.
Preparo la giornata. La nottata. Incontro un ragazzo dallo Utah con cui programmo la giornata successiva, qualche camminata, qualche foto in giro. Solite cose da backpacking around.
Poi.. la giornata passa tranquilla. Esco a far compere: realizzo di essere terribilmente inadatto al clima che ho di fronte. Non so perche' ma nella breve sosta a casa ho dimenticato qualsiasi indumento pesante all'infuori di una, singola felpa. Dopo averne comprate altre due da H&M a Salt Lake City, mi munisco di un caldo pantalone lungo di quelli "da casa", infelpati, e mi sento gia' piu' al sicuro. Garanzia per gambe a caldo la notte.
A proposito, il meteo da temperature attorno ai -10 stanotte. Anche se vestiti, sotto sacco a pelo e doppia coperta, sara' qualcosa di interessante, per metterla cosi'.
PS. Il giorno dopo, oggi, mi sveglio. Fa freddo, come previsto. Mi sposto un attimo verso il parco, e poco prima di fermarmi a farmi del caffe' caldo, scopro che la temperatura e', per i miei canoni, polare: -17 celsius. E sono le 7 del mattino. Evidentemente la notte devo aver combattuto con qualcosa col 2 davanti, non l'uno. Fuck. Still so freakin cold out here!!
Ma i posti sono invidiabili, il cielo stamane e blu come il piu' bello degli oceani, non c'e' una nuvola, non c'e' un turista e la neve bianca copre praticamente tutto. Nulla mi ha mai ricordato l'Alaska cosi' tanto. Nulla per ora, ai miei occhi, puo' raggiungere una bellezza del genere per quanto riguarda il regno naturale!