sabato 1 settembre 2012

Eventually. There I go.


Eh si, dopo mesi di tentennamenti, programmi abbozzati, sogni irrealizzati, e’ giunta l’ora a quanto pare.

30 agosto 2012, se mi ricordero’ di questa data in vita mia, spero proprio di ricordarmela come “il giorno in cui ho preso la decisione piu’ saggia della mia vita”. Ho detto al mio capo “Capo, ho deciso. Mollo tutto, e me ne vado via da qui”. Ormai non ce la facevo piu’, la solita routine, il lavoro che non gratifica e non qualifica (il mio motto degli ultimi tempi sul lavoro in banca – colleghi bancari ascoltatemi pleazz!) le immagini di Nuova Zelanda, Australia, Cile e la mia amata America che mi girano nella mente. No, era tempo che mi muovessi da qui, che la finissi di perdere tempo lavorando in banca, che la finissi di sprecare i miei anni migliori, indipendenti, liberi, a fare un lavoro del cazzo per poter dire “ho un lavoro fisso, sono a posto”. Haha, quanto mi fa ridere chi pensa questo. Oddio, se me lo dice un padre di famiglia, e’ ok, capisco cosa c’e’ dietro. Se me lo dice un coetaneo, e’ un poveraccio. Senza sogni. Senza aspirazioni. La vita non e posto fisso, e’ molto altro, anche se talvolta un posto fisso aiuta a raggiungere quell’”altro”. Ecco, cosi’ la vedo: ho lavorato, mi son tolto qualche soddisfazione, ho sopportato tanta, tanta noia, ma ora quel che ho da parte lo uso per realizzare il mio sogno. “Il mondo e’ la mia ostrica”, diceva Burns a Smithers, nei Simpson. Voglio far mia quella frase, almeno per un po’. Parto con l’obiettivo di non tornare, di trovare un pretesto per non tornare a condurre la mia esistenza in questo paese dove trovo tanti contro e pochi, futili pro. Parto con il secondo obiettivo di vedere posti, di conoscere gente, di imparare cose e mestieri. Parto felice, e questo e’ quel che conta.
E’ un esperienza di quelle dove tipo, mentre sei in giro, puoi dire “Mi piacerebbe imparare ad andare in Kayak.” Perche’ no? Sei in Alaska, hai qualche dollaro da parte, fai un corso, ti trovi a pagaiare davanti a ghiacciai sconfinati, foreste vergini, salmoni che sguazzano ed orsi che brucano l’erba sulla costa. Magari chissa’, conosci un grande amico che ti presta un kayak, e ti porta con lui in quei posti che solo i locali conoscono. O magari ti trovi in Argentina, e a Bariloche conosci un ragazzo locale, un coetaneo, che ha la tua stessa idea: scendere in bus fino ad Ushuaia, la citta’ piu’ a sud del mondo. E’ fatta, si parte assieme. Oltre a risparmiare qualche soldo, si ha una buona compagnia, si condividono pensieri, emozioni, esperienze, sorrisi, lacrime magari (solo per la bellezza dei posti eh!). Con questa gente, si rimane amici per sempre.
Le distanze sono paurose, la mole di cose a cui pensare, da far tremare. Ho paura, si lo ammetto, se penso agli ostacoli e alle difficolta’ – anche solo meramente tecniche, per non nominare quelle economiche – a cui mi trovero’ di fronte. Ma non ci voglio pensare. Non per stupidita’, non e’ far lo struzzo, piantar la testa sotto terra. E’ perche’ sono abbastanza convinto che sara’ come bere un centinaio di litri di RedBull: un’esperienza cosi’, dei posti cosi’, ti mettono le ali. Stop. Con quelle, superi anche gli ostacoli. Un po’ di spalle grosse, un po’ di esperienza pregressa, un po’ di Bear Grylls, ed e’ andata.
Cavolo, gran cosa a cui sto pensando. Me lo dico da solo. Se di solito uso un profilo basso rispetto a quel che faccio – viaggi di qua e di la, da solo, fra gli orsi, in tenda, a BELGRADO – stavolta no. Stavolta so che sto facendo qualcosa extra-ordinario. E ne sono orgoglioso. Ho fatto un passo difficile, ho mollato un lavoro, ma non sono in lacrime anzi, conto di versarne ma di felicita’, fra un po’.

E un giorno, se mai avro’ dei figli – ma lo spero proprio – potro’, comunque vada, raccontar loro con orgoglio che un giorno, il loro papa’, ha mollato tutte le sue sicurezze ed e’ partito all’avventura. Ha seguito i suoi sogni ed il suo istinto, il suo cuore. Ed ha trovato, lungo il suo cammino, tanta felicita’.

Dal 30 agosto inizia la mia preparazione. Da qui in avanti, da solo mi auguro buona fortuna. So gia’ che ne avro’ bisogno. Possa Dio camminare affianco a me, piu’ vicino che mai, possa donarmi tante brave persone, tanti buoni amici, qualche affetto speciale, e tanta, tanta soddisfazione per ogni chilometro che guidero’, camminero’, navighero’ sulla mia strada.

 

Have a nice, safe trip man.

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