Devo essere
altamente attrattivo o altamente idiota, e non so perche’ tendo ad escludere la
prima ipotesi. Sono a Grand Teton, nei pressi di Jackson Lake lodge, e sto
guidando il mio truck proprio diretto alla lodge, attorno alle 9 di sera, di
ritorno da un giro “a wildlife”. Per nulla produttivo peraltro. Ho i finestrini
giu’, e sto ascoltando un po’ di musica a volume “California” come lo chiamo io
(del tipo, alto e in barba al posto). Vedo a bordo strada, sull’altro lato,
parcheggiato un pickup di un park-ranger, evidentemente di pattuglia. La
velocita’ e’ quella giusta, ma non sto indossando le cinture. Non mi preoccupo
nemmeno di indossarle mentre passo davanti al ranger. Voglio dire, c’mon now,
siamo in un parco, sto facendo le 30 miglia orarie, il massimo danno che posso
fare a questa velocita’ e’ sbucciare un ginocchio a qualcuno o graffiarmi il
dito un piede. Passo davanti al ranger cantando e pompando “Cruise” dei Florida
Georgia line. Pochi metri dopo, cosi’ giusto per curiosita’, do uno sguardo
allo specchietto retrovisore e vedo che il ranger si mette in moto, sulla mia
stessa direzione, anche se senza accendere le sirene. “Beh”, mi dico,
“coincidenza. Dovra’ seguire la stessa direzione”. Poco dopo metto la freccia a
sinistra per entrare sul vialetto della lodge. Anche il ranger fa lo stesso, lo
specchietto mi fa notare. “Beh”, osservo nuovamente, “per quanto non mi
sovvenga il motivo per cui un ranger di pattuglia debba entrare nel parcheggio
di una lodge, sara’ evidentemente un’altra coincidenza”. Quando il pernicioso
specchietto mi fa infine notare una serie di sirene blu e rosse che si
accendono subito dietro di me – sto facendo i 15 mph, se investissi un criceto
probabilmente rimbalzerei – smetto di pensare a coincidenze impossibili e
accosto a destra, mani sul volante e stereo spento. Magari al ranger i Florida
Georgia line stanno sulle palle. Per la prima volta, vedo che il ranger e’ in
realta’ UNA ranger. Anche discretamente carina. La prima domanda che mi fa e’,
con sguardo sospetto, “C’e’ qualcuno la dietro?”, indicando il retro del truck.
Le rispondo che ovviamente no, non c’e’ nessun altro, a meno che non esistano
persone capaci di sopportare un viaggio cosi’ penoso la’ dietro. Passa poi ad
accusarmi – che presuntuosa! – che mentre la passai pochi minuti prima non
stavo indossando le cinture. Io, candido come la neve, “Io? Non sia mai!”. Lei
poco convinta “Sei passato abbastanza lento e ho avuto modo di vederlo”. E io
di nuovo “Non penso proprio, sai, e’ abbastanza buio magari non si son viste..
sicura fosse il mio truck e non un’altro?”. La cosa piu’ scema che potessi
dire. Ma ho imparato una cosa dalla vita: se devi mentire, fallo con
convinzione. Me lo insegno’ un professore all’universita’ (cosa si insegna
nelle aule italiane eh..), che ci disse “Se non sapete una cosa durante un
esame, piuttosto che far scena muta, inventate, ma fatelo con aria convinta.
Magari qualcuno vi crede”. E’ quel che spero. Sto cercando di affinare l’arte
al meglio. Ad ogni modo, la ranger sembra perplessa. Mi chiede, al solito,
patente assicurazione e certificato di proprieta’ dell’auto, per controllare i
dati con la loro centrale, come di prassi per ogni tutore della legge che si
rispetti. Sento il mio cognome scandito a lettere per l’ennesima volta (credo
di essere ricercato in piu’ stati io di Al Zawhairi – o comunque si scriva).
Dopo poco l’affascinante ranger torna al mio veicolo, con un sorrisetto
stampato sulla bocca – che solitamente equivale ad almeno 150$ di multa – e mi
dice “Allora Emanuele, sei in viaggio qui? Come sta andando finora?”. Perdo un
paio di denti. Dico io, da criminale di guerra ad amico d’infanzia qui?! Le
rispondo che sta andando benissimo, dove son diretto, blablabla. E lei “Wow,
fantastico, ti divertirai un sacco in Alaska! Quali sono i tuoi programi poi?”.
Ascesso gengivale. Sono perplesso. Ma le idee giuste le ho sempre un minuto
dopo. Rispondo semplicemente alle domande, sorridendo un po’ piu’ del dovuto –
ovviamente sono ancora in modalita’ “evita la multa” – per accattivarmi la
simpatia della donzella. Che mi domanda dove intendevo passare la notte. Le
rispondo a West Yellowstone, in qualche motel – umanamente impossibile
trovandosi a un’ora e mezza di macchina dalla mia posizione attuale. Altra
balla difficilmente credibile ma pronunciata con la convinzione di un testimone
di Jeovah. Alla fine del dialogo, lei mi saluta dicendomi “Emanuele, buon
viaggio allora e mi raccomando, le cinture!”. E io, raggiante come uno
scoiattolo di fronte ad una bella ghianda, “Certo, mai tolte sia mai!”. Col
naso che toccava il marciapiede.
Riprendo la
strada verso nord, ovviamente non diretto a West Yellowstone ma verso il
prossimo visitor center, appena 5 miglia piu’ su. Immagino ci siano diverse
macchine lassu’ quindi mi sara’ facile parcheggiare e schiacciare un pisolino
indisturbato. Nel mentre penso: “Deve avermi fermato soprattutto perche’ attratta
da me. E’ evidente. O devo averla colpita non appena mi ha fermato. Altrimenti
mi avrebbe schiaffato la multazza e non mi avrebbe certo lasciato andare con
quel tono”. Chiaro. Alla sua domanda “Hai nessuna domanda da pormi?”, avrei
dovuto risponderle “Si, a che ora smonti stasera?”. Solita scimmia poco
intuitiva, era fatta.
Arrivo al
visitor center, parcheggio alla larga dal general store e dalle docce evitando
di dare nell’occhio, e mi preparo per la notte. Sistemo il truck, sposto la
valanga di magliette e pantaloni semi-usati e semi-maleodoranti, e mi sdraio
assonnato. Passano neanche due ore che i miei occhi si aprono sotto una forte
luce. E un pugno che batte sul lato del truck. “Park ranger, c’e’ nessuno
dentro?”. Ora, sarebbe un po’ scemo starsene li sdraiati immobili e pregare
affinche’ il ranger se ne vada, dunque apro gli occhi e, mosse le tende
oscuranti, faccio cenno che si, c’e’ qualcuno e che sto aprendo la portiera.
Sono in mutande ma fa niente. Con mio enorme stupore – seguito da enorme senso
di “esser fottuti” – scopro che e’ la stessa fascinosa ranger con cui avevo
avuto a che fare poco prima. “Ora finisco in gabbia”, penso tra me e me. E’
abbastanza: non aver portato le cinture prima, aver mentito spudoratamente poi,
e infine, non ultimo, dormire in macchina (cosa che in realta’ per quanto ne so
non e’ affatto fellonia). Ad ogni modo, piu’ che accecato dalla torcia
maledetta che ogni piedipiatti di sorta porta con se’, rispondo (continuando la
serie improbabile di balle) che mi ero soffermato troppo ad usare il wifi, che
ormai era tardi per West Yellowstone, e che avevo deciso PER LA SICUREZZA MIA E
DEGLI ALTRI (la scusa numero uno, geniale, da persona assennata) di accostare
qui e passare la notte qui. Alla ranger devo piacere proprio un sacco, perche’
anziche’ spruzzarmi dello spray al pepe mi indirizza invece al campeggio li
vicino. “Trova una piazzola e passa la notte li, pagherai domattina. Questo e’
un avvertimento”. Grazie, magnanima. Anche se avrei preferito non esser
disturbato e basta. “Mi raccomando.. buonanotte”. E se ne va, perdendosi lo
spettacolo di questo pezzo di avventuriero che scende dal truck in mutande,
mezzo accecato, con l’atleticita’ di un ragazzo distrutto e assonnato e
risvegliato bruscamente alle 11 e mezza di notte.
Onestamente,
stavolta anche se sarebbe stato piuttosto sensato, non mi passa neanche per
l’anticamera del cervello di domandarle se potevo offrirle un drink la sera
successiva. Ho proprio idea che avrebbe accettato volentieri – secondo me
appena ha rivisto il mio truck ha pensato “Vediamo se stavolta si sveglia e me
lo domanda”. Svegliarmi mi son svegliato, ma con la luna storta. Ti sei giocata
male le tue carte, cara ranger ammaliante.
Il mattino
dopo, sveglia alle 6, non penso neanche alla lontana di pagare il campeggio.
Fellonia enorme. Che diavolo pero’, non era previsto. Non volevo. Non me lo
posso permettere. Per me sarebbe una fellonia pagare. Guido il mio truck tra un
sacco di tende, qualche campeggiatore assonnato e qualche cestino pieno. Esco alla
svelta, dimenticando la nottataccia e lo sguardo della ranger. Ripenso alla
serie di balle da record che son riuscito a far uscire dalla mia bocca in cosi’
poco tempo, la sera prima. Riprovevole. Mi ha fatto imparare una lezione,
pero’: in linea di massima, se una ranger ti ferma e’ perche’ sei stupido, piu’
che attraente. Rimediero’ per invertire il trend.
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