venerdì 28 marzo 2014

The best day was in Bangkok

Non ho parlato cosi’ bene di Bangkok e delle altre citta’ asiatiche che ho visto finora, ma il giorno piu’ bello del viaggio e’ di sicuro stato li’.
E’ iniziato in Cambogia, con un breve volo da Siem Reap. Quando l’aereo e’ atterrato nell’umida, caotica Bangkok, il cuore gia’ batteva piu’ veloce. Sono arrivato in hotel abbastanza in fretta, fatto una doccia, sistemato due cose al pc. Ed ho iniziato ad aspettare l’ora, l’una. Non ho pensato a mangiare, a riposare, stavo bene com’ero.
All’una avevo compagnia, finalmente. Da due settimane non godevo dei suoi occhi. Due settimane passate, oltre che a divertirmi e a smaltire il mal di gola, la febbre, il raffreddore, a contare ogni singolo giorno che mancava.
Andiamo al centro commerciale, prendiamo del cibo. Abbiamo diverse cose di cui parlare, e il tempo passa veloce, piacevole. Per quanto mi riguarda sarebbe piacevole anche se stessimo in silenzio tutto il tempo. Andiamo al cinema. Vediamo “parte” di un film, poi usciamo, e prendiamo un gelato che finiamo seduti su un marciapiede appena fuori il centro commerciale. Cerco di gustare ogni singolo istante, ogni parola, sorriso, e qualsiasi altra cosa tra noi, perche’ so che le nostre strade, il giorno dopo, si divideranno. Si, almeno per un po’.
Per rendere la giornata ancor piu’ memorabile, ce ne fosse bisogno, decido di portarla all’Above Eleven rooftop bar. Al 35esimo piano, con una vista fenomenale su Bangkok ormai illuminata solo dalle luci dei suoi grattacieli e case, seduti al tavolo di un elegante bar sorseggiando un ottimo drink, io e lei. Due ore son passate come due giri d’orologio. Non avrei mai lasciato quel posto, perche’ avrei voluto che quel momento non finisse mai. La sua presenza mi riempiva talmente tanto.
Tornati “a terra”, piano piano ci muoviamo verso KhaoSan road, e le sue bancarelle. Io avevo ventilato l’idea di comprare un braccialetto per me, cosa che mi manca da un po’. Lei lo sceglie per me e me lo regala. Io le scelgo e regalo degli orecchini. Ho detto che l’avrei sempre portato, e cosi’ sara’. Per quanto stupido possa sembrare, e’ sempre qualcosa che mi ricorda di lei.
Torniamo in camera. E’ quasi mezzanotte. Avrei dovuto svegliarmi appena 4h 45’ dopo per prendere il volo verso Hanoi. Inutile dire che la notte non chiudo occhio. Soprattutto per il pensiero che non la sto perdendo. Assolutamente non per sempre: la distanza e il tempo non mi fermano. Ma di sicuro per un po’ di tempo, i nostri piani di viaggio non coincidono. A luci spente, dopo un po’, penso al tempo cosi’ bello, felice, pieno che ho vissuto con lei, e a tutti i momenti di solitudine che ho davanti, quando capiteranno. So gia’ che mi manchera’ tantissimo.
Al mattino, la abbraccio forte, le lascio un biglietto con i miei saluti e me ne vado, con gli occhi assonnati di un uomo che non ha chiuso occhio per tutta la notte, e con gli occhi velati di lacrime di un uomo che sa cosa si lascia alle spalle.
Lei e’ valsa piu’ di tutti i posti visti, di tutte le cose fatte. Da quando le chiesi di uscire a bere qualcosa a quando l’ho salutata, il tempo passato con lei e’ stato fantastico, e sempre piu’ bello di volta in volta.

A te dedico le 3 parole che mi hai insegnato. Tu sai quali! A presto!

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