Quest'oggi, data astrale 27.02.2009, gia' dalle 7 di mattina ero in piedi a fantasticare su cos'avrei fatto in codesta giornata. Forse fantasticavo troppo, perche' fuori nevicava in modo abbastanza copioso, ma forse, conoscendomi, anche no.
Infatti, dopo una colazione a base di pane con yogurt (mentre mangiavo ho scoperto che il pane era all'aglio..) e latte e caffe' annacquato, e dopo aver scritto un po' dappertutto nell'internet, ho preso la decisione: esco comunque, e me ne vado dall'altra parte della citta' a vedere il museo Journey, con storia dei Nativi Americani e delle Black Hills.
Detto, fatto.
Armato di Woolrich, guanti con indice bucato, berretto, sciarpa, macchina fotografica al collo e, non ultimo, un ombrellino contro la neve (il primo che lo fa in America credo) parto lanciato di gran carriera verso il museo.
Dopo 40 minuti a piedi, al freddo, con le dita ghiacciate, l'indice in particolare, e i jeans azzurri macchiati di neve sciolta (dannazione eterna) arrivo al museo.
Pieno di gente..ma dove??!
L'unica persona li' dentro oltre al custode e alla cassiera del Gift Shop ero io.
Meglio, mi son preso tutta la calma che mi serviva e ho fatto il pirla in santa pace.
Rimando a qualche foto nella galleria per della "cosa visiva".
Uscito dal museo, ore 11 am, mi accorgo di un Family Thrift (supermercato) e mi ci fiondo, curiosissimo di vedere un supermercato americano. O, da perderci la giornata!
Milioni di cibi strani, salse, patatine mai viste, quintali di cereali e soprattutto 3 corsie di cibi surgelati!!
E non i soliti Sofficini o Bastoncini di quel mona del Capitan Findus (o capitano Trovaci - Find us) ma mille cibi fantasiosi e all'apparenza gustosissimi!
Non resisto, e compro le seguenti cose per il pranzo:
- Un fac=simile di una baguette, anche se anni luce lontana dal sapore originale
- Un sacchetto di carote della California (...piu' arancioni degli evidenziatori)
- Un "can" di Chili,Beef e Beans, ovvero chili, carne e fagioli, dev'essere stupenda!
- Un sacchetto di patatine con spezie Thailandesi (curiosita' mia)
- Dei sandwich surgelati arrotolati con dentro barbecue e relativa salsa (per barbecue in questo caso credo intendano pancetta..aaaaaaah.....)
Mi avvio verso casa, soddisfatto ed affamato e voglioso di tornare con una borsa termica al supermercato.
A casa pero', scoprendo che manca un coso per aprire il can (barattolo) del chili, mi accontento di un paio di uova al tegamino, pane e patatine thai (all'inizio un po' dolci, poi piccanti) ed infine un arancio con contorno di zucchero.
A domani per nuovi esperimenti culinari che spero non provochino turbolenze a livello di apparato digerente!
Saluti ai miei lettori!
venerdì 27 febbraio 2009
giovedì 26 febbraio 2009
Vita da turista
Sulle note di Primavera in Anticipo di Laura Pausini e James Blunt mi appresto descrivervi brevemente i miei primi giorni qui a Rapid City. Vita turistica, perche' essendo a casa da solo, ospitato da delle gentilissime persone, non posso far altro che fare il turista.
Ieri e' stata una giornata difficile, alle prese con il sonno, dei ritmi e dei luoghi che non sono miei.
Lo dimostra la pizza che ho ordinato, simile a quelle italiane, solo un po' piu' spessa, ma tutto sommato buona. Uscito dalla pizzeria, "Little Caesars", dicevo che potevano farle piu' grandi, poi mentre mangiavo, a meta' pizza, ho dovuto ricredermi.
Ne ho avanzati 3/8.
Provate voi a mangiare tutta quella roba, sembra poca ma..poi ti uccide!
Detto questo, nel pomeriggio non ho fatto altro che dormire e pensare, dormire e pensare..La sera e' passata allegramente tra qualche parola in italiano e foto di Padova, tanto per mostrare Padova (con tante grazie al pirla che su Google Maps ha messo una foto di Venezia sopra il Brenta a Cadoneghe..vedere per credere!)
Oggi invece, giovedi', son rimasto a casa, fuori nevica un po'. Non voglio sporcare subito le scarpe!
Mi son fatto la mia prima doccia in territorio americano (bollente!!) e mi son goduto qualche chiacchiera in internet.
La cosa piu' bella l'ho vista ad ora di pranzo.
Mi hanno portato nelle alture sopra Rapid City, ed ho visto uno spettacolo stupendo: la citta' semi-imbiancata dalla neve e macchiata di giallo e di verde, di erba secca e di pini. E un aquila che volteggiava nel cielo.
La prima aquila che vedo qui, in South Dakota. E' stato relativamente emozionante.
Ma non quanto il museo di storia dei Nativi che ho visto in seguito.
E' stato toccante vedere foto, costumi, armi, utensili dei Nativi, non sui libri, non in internet, ma dal vero e nei loro luoghi d'origine.
Ci ho pensato su, mi meraviglio a vedere cose del passato lasciate dietro un vetro ad essere ammirate e fotografate dalla gente.
Magari dai discendenti di coloro che hanno distrutto quella civilta'. Mah.
Tralascio la descrizione della Beef Soup che mi son beccato al ristorante. Fortuna che e' stata offerta, altrimenti avrei chiesto indietro i soldi..
Cacchio, Beef vuol dire carne, un qualche tipo di carne, e invece mi son trovato piu' verdure che altro..!
Fiducioso per la carne che mi aspetta stasera vi saluto!
A presto!
Ieri e' stata una giornata difficile, alle prese con il sonno, dei ritmi e dei luoghi che non sono miei.
Lo dimostra la pizza che ho ordinato, simile a quelle italiane, solo un po' piu' spessa, ma tutto sommato buona. Uscito dalla pizzeria, "Little Caesars", dicevo che potevano farle piu' grandi, poi mentre mangiavo, a meta' pizza, ho dovuto ricredermi.
Ne ho avanzati 3/8.
Provate voi a mangiare tutta quella roba, sembra poca ma..poi ti uccide!
Detto questo, nel pomeriggio non ho fatto altro che dormire e pensare, dormire e pensare..La sera e' passata allegramente tra qualche parola in italiano e foto di Padova, tanto per mostrare Padova (con tante grazie al pirla che su Google Maps ha messo una foto di Venezia sopra il Brenta a Cadoneghe..vedere per credere!)
Oggi invece, giovedi', son rimasto a casa, fuori nevica un po'. Non voglio sporcare subito le scarpe!
Mi son fatto la mia prima doccia in territorio americano (bollente!!) e mi son goduto qualche chiacchiera in internet.
La cosa piu' bella l'ho vista ad ora di pranzo.
Mi hanno portato nelle alture sopra Rapid City, ed ho visto uno spettacolo stupendo: la citta' semi-imbiancata dalla neve e macchiata di giallo e di verde, di erba secca e di pini. E un aquila che volteggiava nel cielo.
La prima aquila che vedo qui, in South Dakota. E' stato relativamente emozionante.
Ma non quanto il museo di storia dei Nativi che ho visto in seguito.
E' stato toccante vedere foto, costumi, armi, utensili dei Nativi, non sui libri, non in internet, ma dal vero e nei loro luoghi d'origine.
Ci ho pensato su, mi meraviglio a vedere cose del passato lasciate dietro un vetro ad essere ammirate e fotografate dalla gente.
Magari dai discendenti di coloro che hanno distrutto quella civilta'. Mah.
Tralascio la descrizione della Beef Soup che mi son beccato al ristorante. Fortuna che e' stata offerta, altrimenti avrei chiesto indietro i soldi..
Cacchio, Beef vuol dire carne, un qualche tipo di carne, e invece mi son trovato piu' verdure che altro..!
Fiducioso per la carne che mi aspetta stasera vi saluto!
A presto!
mercoledì 25 febbraio 2009
Finally I am arrived!
Finalmente ho un po' di tempo libero dopo questi due giorni cosi' movimentati, e finalmente posso mettere per iscritto tutte (o almeno parte perche' sono veramente tante) le sensazioni che ho provato durante questo lungo viaggio.
Partito con il buio che c'e' a Padova alle 5 di mattina, in un aeroporto non certo strabiliante come puo' essere il Marco Polo di Venezia, mi ritrovo a Francoforte in men che non si dica, dopo aver sorvolato le Alpi ed aver ammirato molti bei panorami, solo un pelo rovinati dalla foschia.
Gran bell' aeroporto Francoforte: grande, spazioso, pulito, ben organizzato. Il primo di veramente serio in cui io abbia mai messo piede, cosi' mi sento un po' il Kevin McAllister della situazione, un "Mamma ho perso l'aereo" che modificherei in un piu' adatto "Tosi qua dentro mi perdo".
Cerco un wi-fi gratutito ma non c'e', impreco quanto basta e inizio a peregrinare per le corsie, in cerca di un passatempo che poi trovero' in un libro che avevo nello zaino e nel fotografare gli aerei fermi (il migliore!)
Mi imbarco, anzi, mi imaereo nel volo diretto a Denver, Colorado, 10 ore e 30 minuti per distruggersi il culo. E ci son riuscito.
Noioso il volo, noioso e segnato da un episodio culinario poco piacevole (la pasta con i funghi e un erbaccia di cui credo di sentire ancora il sapore..brr.. e una torta che dal colore avevo scambiato per rape mentre in realta' fronteggiavo una torta di ciliegie..inutile dire che anche quella da quanto gradevole era si ritrovo' nel cestino!)
Arriviamo poi a Denver, ed ecco "Mamma ho perso l'aereo 2": mi inoltro tra ampie corsie che dirigono i passeggeri verso i controlli per cittadini non-US, tra gigantografie di personaggi Nativi Americani, scendo una scalinata e mi trovo di fronte ad uno spettacolo che mi fa cadere proprio quelli..
Una fila abnorme di persone that were waiting for il controllo del passaporto.
Pregevole la scena: come in un film, mi fermo in mezzo alle scale, mi tolgo il berretto, passo una mano sul viso e con fare sfinito affermo "Oh cazzo.."
Poi mi metto a ridere da solo pensando a cio' che avevo fatto..E parto lanciato verso il supplizio!
Dopo essermi redento agli occhi delle autorita', anche se tramite un inglese gallinaceo direi, mi avvio alla civilta' piu' civilizzata (o globalizzata o sviluppata definitela come volete) che abbia mai visto: negozi ovunque, souvenire di ogni tipo, negozi con oggetti caratteristici dei Nativi affianco a Burger King, alimentari messicani e negozi di "Sportwears".
Una favola. Inizano gia' a brillamri gli occhi, quindi mi appresto al giro del terminal. Riesco anche ad imbattermi in un indiano che, aspettando per la toilette, si complimenta con me per il mio inglese (gli avevo risposto "Yeah" alla sua domanda se stavo aspettando per il bagno..) e un americano che mi domanda da dove provengo (notando l'inglese gallinesco) e che scopro esser stato in Italia tempo fa, dunque sento dopo poche ore di lontananza dalla terra natia delle parole italiane. What a satisfaction!
Passano le ore, prendo delle chips e una cola media da Burger King e, mentre sono seduto solo al tavolo e contemplo la maestosita' dell'aeroporto di Denver, guardo fuori. Una visione mozzafiato, con le steppe di terra ed erba secca che circondano l'aeroporto, colline che si innalzano a meta' strada fra li' e le Rocky Mountains, un po' le nostre Dolomiti. Uno scenario stupendo che son poi andato a contemplare fuori, nella tranquillita' che solo il viaggiare soli puo' darti.
Ed eccomi immerso in un cielo azzurro interrotto da fasci solari che filtrano dalle poche nuvole nel cielo, le montagne che brillano in fondo, l'erba che scurisce tutto nelle vicinanze.
E le macchine, i taxi ed i bus che portano la gente ai vari gates.
Mi son sentito triste, pensando agli affetti a casa, ma felice per aver potuto godere di quegli attimi bellissimi in quel posto bellissimo.
Con questo spirito mi imbarco successivamente per Rapid City, con un sonno infinito ed in un aereo che mi ricordava tanto la Ryanair, anche se era United Airways.
Dormo, prendo una cola, e scendo, tra una raffica di vento ed un pezzo di ghiaccio che per poco mi mette k.o. per terra!
Esco, e raggiungo il mio "mentore", che mi accompagna a prendere i bagagli, e che ora mi sta offrendo casa con relative chiavi, cibo, bici ed internet.
Cosa potrei volere di piu'?
Eh io lo so, ma non e' questa la sede!
Intanto mi avvio a prendermi una pizza Large con Cheese and Pepperoni a 5$.
Buon appetito ed a presto!
Partito con il buio che c'e' a Padova alle 5 di mattina, in un aeroporto non certo strabiliante come puo' essere il Marco Polo di Venezia, mi ritrovo a Francoforte in men che non si dica, dopo aver sorvolato le Alpi ed aver ammirato molti bei panorami, solo un pelo rovinati dalla foschia.
Gran bell' aeroporto Francoforte: grande, spazioso, pulito, ben organizzato. Il primo di veramente serio in cui io abbia mai messo piede, cosi' mi sento un po' il Kevin McAllister della situazione, un "Mamma ho perso l'aereo" che modificherei in un piu' adatto "Tosi qua dentro mi perdo".
Cerco un wi-fi gratutito ma non c'e', impreco quanto basta e inizio a peregrinare per le corsie, in cerca di un passatempo che poi trovero' in un libro che avevo nello zaino e nel fotografare gli aerei fermi (il migliore!)
Mi imbarco, anzi, mi imaereo nel volo diretto a Denver, Colorado, 10 ore e 30 minuti per distruggersi il culo. E ci son riuscito.
Noioso il volo, noioso e segnato da un episodio culinario poco piacevole (la pasta con i funghi e un erbaccia di cui credo di sentire ancora il sapore..brr.. e una torta che dal colore avevo scambiato per rape mentre in realta' fronteggiavo una torta di ciliegie..inutile dire che anche quella da quanto gradevole era si ritrovo' nel cestino!)
Arriviamo poi a Denver, ed ecco "Mamma ho perso l'aereo 2": mi inoltro tra ampie corsie che dirigono i passeggeri verso i controlli per cittadini non-US, tra gigantografie di personaggi Nativi Americani, scendo una scalinata e mi trovo di fronte ad uno spettacolo che mi fa cadere proprio quelli..
Una fila abnorme di persone that were waiting for il controllo del passaporto.
Pregevole la scena: come in un film, mi fermo in mezzo alle scale, mi tolgo il berretto, passo una mano sul viso e con fare sfinito affermo "Oh cazzo.."
Poi mi metto a ridere da solo pensando a cio' che avevo fatto..E parto lanciato verso il supplizio!
Dopo essermi redento agli occhi delle autorita', anche se tramite un inglese gallinaceo direi, mi avvio alla civilta' piu' civilizzata (o globalizzata o sviluppata definitela come volete) che abbia mai visto: negozi ovunque, souvenire di ogni tipo, negozi con oggetti caratteristici dei Nativi affianco a Burger King, alimentari messicani e negozi di "Sportwears".
Una favola. Inizano gia' a brillamri gli occhi, quindi mi appresto al giro del terminal. Riesco anche ad imbattermi in un indiano che, aspettando per la toilette, si complimenta con me per il mio inglese (gli avevo risposto "Yeah" alla sua domanda se stavo aspettando per il bagno..) e un americano che mi domanda da dove provengo (notando l'inglese gallinesco) e che scopro esser stato in Italia tempo fa, dunque sento dopo poche ore di lontananza dalla terra natia delle parole italiane. What a satisfaction!
Passano le ore, prendo delle chips e una cola media da Burger King e, mentre sono seduto solo al tavolo e contemplo la maestosita' dell'aeroporto di Denver, guardo fuori. Una visione mozzafiato, con le steppe di terra ed erba secca che circondano l'aeroporto, colline che si innalzano a meta' strada fra li' e le Rocky Mountains, un po' le nostre Dolomiti. Uno scenario stupendo che son poi andato a contemplare fuori, nella tranquillita' che solo il viaggiare soli puo' darti.
Ed eccomi immerso in un cielo azzurro interrotto da fasci solari che filtrano dalle poche nuvole nel cielo, le montagne che brillano in fondo, l'erba che scurisce tutto nelle vicinanze.
E le macchine, i taxi ed i bus che portano la gente ai vari gates.
Mi son sentito triste, pensando agli affetti a casa, ma felice per aver potuto godere di quegli attimi bellissimi in quel posto bellissimo.
Con questo spirito mi imbarco successivamente per Rapid City, con un sonno infinito ed in un aereo che mi ricordava tanto la Ryanair, anche se era United Airways.
Dormo, prendo una cola, e scendo, tra una raffica di vento ed un pezzo di ghiaccio che per poco mi mette k.o. per terra!
Esco, e raggiungo il mio "mentore", che mi accompagna a prendere i bagagli, e che ora mi sta offrendo casa con relative chiavi, cibo, bici ed internet.
Cosa potrei volere di piu'?
Eh io lo so, ma non e' questa la sede!
Intanto mi avvio a prendermi una pizza Large con Cheese and Pepperoni a 5$.
Buon appetito ed a presto!
giovedì 19 febbraio 2009
Forse è solo una seconda "scoperta dell'acqua calda" ..
In questi ultimi giorni ante-partenza sto vivendo delle bellissime emozioni grazie ad alcune persone, una in particolare, che con le loro parole ed il loro modo di essere mi stanno facendo rimpiangere la partenza.
A questo punto mi son domandato:
Sarebbe stata la stessa cosa se non fossi partito?
E la risposta che mi son dato è chiaramente "No".
La spiegazione ad un monosillabo con significato di negazione urge, ed è quella che segue.
Forse noi esseri umani, nel nostro vivere quotidiano (e parlo anche per mia esperienza) non riusciamo a tirar fuori a gesti od oralmente tutto ciò che proviamo per gli altri.
Vi è mai capitato di incontrare una persona, passarci del tempo assieme, rincasare e trovarsi, con le chiavi ancora attaccate alla porta, a sentire il bisogno di scrivere un sms alla persona per dirle quanto bene siete stati insieme? O un grazie di cuore? O una buonanotte un pò particolare?
A me sì.
E mi trovo anche, subito dopo aver avuto il bisogno di scrivere l'sms, ad offendermi per non aver detto quelle parole con la mia voce alla persona con cui ero in compagnia.
Questo esempio per suffragare la mia tesi: qualcosa forse ci blocca sul più bello, nel momento in cui vorremmo dire cioè che veramente sentiamo dentro. Non sempre capita sia chiaro, ma spesso.
Ed ecco che quando sentiamo la vicinanza di un addio, ma anche di un semplice arrivederci come può essere il mio, i nostri sentimenti più profondi e più veri emergono.
A me fa molto piacere per carità, mi da sicurezza il fatto di poter contare su un affetto tanto grande, ma fa anche riflettere.
E lo dico a me in primis, possibile che non si riesca ad essere veri sempre ed al 100%?
A volte è una questione di coraggio, magari non riesci a dire "ti voglio bene" ad una persona in faccia, ma glielo scrivi via sms..Ma non deve essere una scusa che tiene.
A questo punto mi son domandato:
Sarebbe stata la stessa cosa se non fossi partito?
E la risposta che mi son dato è chiaramente "No".
La spiegazione ad un monosillabo con significato di negazione urge, ed è quella che segue.
Forse noi esseri umani, nel nostro vivere quotidiano (e parlo anche per mia esperienza) non riusciamo a tirar fuori a gesti od oralmente tutto ciò che proviamo per gli altri.
Vi è mai capitato di incontrare una persona, passarci del tempo assieme, rincasare e trovarsi, con le chiavi ancora attaccate alla porta, a sentire il bisogno di scrivere un sms alla persona per dirle quanto bene siete stati insieme? O un grazie di cuore? O una buonanotte un pò particolare?
A me sì.
E mi trovo anche, subito dopo aver avuto il bisogno di scrivere l'sms, ad offendermi per non aver detto quelle parole con la mia voce alla persona con cui ero in compagnia.
Questo esempio per suffragare la mia tesi: qualcosa forse ci blocca sul più bello, nel momento in cui vorremmo dire cioè che veramente sentiamo dentro. Non sempre capita sia chiaro, ma spesso.
Ed ecco che quando sentiamo la vicinanza di un addio, ma anche di un semplice arrivederci come può essere il mio, i nostri sentimenti più profondi e più veri emergono.
A me fa molto piacere per carità, mi da sicurezza il fatto di poter contare su un affetto tanto grande, ma fa anche riflettere.
E lo dico a me in primis, possibile che non si riesca ad essere veri sempre ed al 100%?
A volte è una questione di coraggio, magari non riesci a dire "ti voglio bene" ad una persona in faccia, ma glielo scrivi via sms..Ma non deve essere una scusa che tiene.
domenica 15 febbraio 2009
Sensazioni pre-partenza
Beppe mi suggeriva di scrivere un libro su quest'avventura l'altra sera..
Gli ho risposto che ci stavo pensando piuttosto seriamente, ma la mia negligenza mi ha poi portato a ripiegare su un più comodo blog, il seguente.
Questo sarebbe invece il primo capitolo del mio libro: le sensazioni prima di partire.
Manca ancora poco più di una settimana, ma ora i nodi vengono al pettine.
Inizi a sentire la mancanza delle serate con gli amici perchè vivi le ultime prima della partenza in modo diverso, e stessa cosa accade con altri eventi, il calcio, il gruppo.
Inizi a provare timore verso il volo, l'arrivo all'aeroporto, la paura di fare un qualcosa stile "Mamma ho perso l'aereo".. Solo che al posto di avere 8 anni ne hai 21!
Inizi a pensare quanto sarà lungo il tempo da passare senza gli affetti più cari, soprattutto in un periodo, il mio, che per gli affetti è stato decisamente strano, ma alla fine molto emozionante.
Quando sei a terra per qualche motivo ti dici "Non vedo l'ora di partire", mentre quando qualcuno ti dona un'emozione particolare ti dici "Se trovo qualcuno a cui vendere il biglietto.."
L'unica cosa di cui son sicuro è che come al solito partirò tristissimo per tornare altrettanto triste, ma per aver lasciato il posto.
Triste, ma anche speranzoso, perchè il ritorno a casa potrebbe essere molto molto prodigo di begli eventi. Ci spero.
Manu
Gli ho risposto che ci stavo pensando piuttosto seriamente, ma la mia negligenza mi ha poi portato a ripiegare su un più comodo blog, il seguente.
Questo sarebbe invece il primo capitolo del mio libro: le sensazioni prima di partire.
Manca ancora poco più di una settimana, ma ora i nodi vengono al pettine.
Inizi a sentire la mancanza delle serate con gli amici perchè vivi le ultime prima della partenza in modo diverso, e stessa cosa accade con altri eventi, il calcio, il gruppo.
Inizi a provare timore verso il volo, l'arrivo all'aeroporto, la paura di fare un qualcosa stile "Mamma ho perso l'aereo".. Solo che al posto di avere 8 anni ne hai 21!
Inizi a pensare quanto sarà lungo il tempo da passare senza gli affetti più cari, soprattutto in un periodo, il mio, che per gli affetti è stato decisamente strano, ma alla fine molto emozionante.
Quando sei a terra per qualche motivo ti dici "Non vedo l'ora di partire", mentre quando qualcuno ti dona un'emozione particolare ti dici "Se trovo qualcuno a cui vendere il biglietto.."
L'unica cosa di cui son sicuro è che come al solito partirò tristissimo per tornare altrettanto triste, ma per aver lasciato il posto.
Triste, ma anche speranzoso, perchè il ritorno a casa potrebbe essere molto molto prodigo di begli eventi. Ci spero.
Manu
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