Era da
parecchio tempo che nella mia testa andavo cercando il NordOvest. Le immagini
di fitte foreste, di montagne innevate, di laghi color smeraldo non si levavano
piu’ dai miei pensieri. Avevo ormai accantonato il capitolo deserti, terre
rosse e hoodoes: l’anno scorso ne avevo assaggiati in abbondanza. Volevo
scoprire quell’angolo “in alto a sinistra” degli USA che ancor mi mancava. Poi,
avrei potuto dire, il West l’avevo visto. Texas a parte (“..only one still
hurts.. TEXAS!” cit. Jason Aldean, “Texas was you”).
La meta ormai, era decisa.
Avevo in mente un’altra cosa, un altro pensiero che iniziava ad assillarmi: tornare nella mia seconda casa a maggio. Perche’ maggio? Semplice! Pochi turisti, piu’ possibilita’ di vedere animali, prezzi piu’ bassi, e tanto, tanto verde in piu’ e tanta, tanta acqua in piu’ nelle cascate. E credetemi, in stati come Oregon e Washington, dove esistono addirittura siti che elencano e danno un rating alle cascate presenti, esser presenti in settembre o in maggio fa una certa differenza!
Stranamente – troppa fortuna – lavorativamente parlando la cosa poteva essere fattibile. Non ci ho pensato due volte.
Pochi giorni dopo, la sera del 23 marzo, potevo annunciare gaudioso che il 19 maggio sarei partito da Bologna con destinazione Seattle, stato di Washington (WA). Non stavo piu’ nella pelle. Con la benedizione e gli auguri dei miei amici d’oltreoceano, inizio finalmente a programmare il mio futuro viaggio nel NordOvest.
“Green, Gray
and Blue” e’ un titolo che e’ sorto quasi spontaneo nella mia testa durante uno
dei tanti momenti in cui, alla guida della mia rental car, riflettevo fra me e
me. E’ un titolo che spiegare mi sembra anche stupido, tanto sembra intuitivo
cio’ che ci sta dietro. Ho voluto indicare con 3 parole il 95% di quel che ho
visto nei miei 18 giorni d’avventura. Appunto, verde, grigio e blu. In 3 parole
– potrei essere il migliore degli scrittori – ho riassunto il NordOvest: il
verde delle sue foreste, il grigio dei suoi cieli nuvolosi, il blu dei suoi
laghi, fiumi e torrenti. Il resto fa da contorno. Si’, c’e’ il bianco della
neve sulle montagne; ma e’ quasi impossibile vederne le cime. C’e’ il giallo
della luce sole; ma raramente riesce ad emergere dai banchi di nubi. Il resto
fa da contorno.
Gran bello schifo, penserete.
Ed e’ qui che vi sbagliate. E’ qui che mi sbagliavo anch’io, quantomeno all’inizio.
Vedete, come mi dicevano saggiamente degli amici di Portland, Oregon (OR) questo e’ il vero NordOvest. Non e’ una terra di sole, di tintarella, di deserti. E’ una terra piovosa, nevosa, una terra ricca di vegetazione, di corsi d’acqua. E’ una terra, tanto per capirci, che ospita l’unica foresta pluviale del Nord America (Olympic National Forest & Olympic NP, WA). E come da copione, quel che i miei occhi hanno visto e’ stata molta pioggia, molta neve, e un po’ di riflesso, la mia pelle ha percepito anche DEL freddo.
Ho capito, dopo un po’, che forse le cose sono andate come dovevano. Certo, aver assstito a due settimane di sole e cieli azzurri sarebbe valso molta piu’ felicita’, uno spirito ben piu’ sollevato, e molte foto migliori. Ma sarebbe stato un po’ come andare nel deserto del Sahara e trovare una settimana di pioggia. Non sarebbe quel che il posto in realta’ e’. Io posso dire di aver avuto una veritiera, nuda e cruda, esperienza del NordOvest.
Ora dunque,
mettetevi comodi e preparatevi a leggere di 18 giorni di guida attraverso 4
stati americani – Washington, Oregon, Idaho e Montana – e di un breve sconfinamento
in Canada – Alberta e British Columbia. Un totale di 6635 kilometri. Ho tante
cose da raccontare, e scusatemi se saro’ un po’ prolisso per alcune cose. Ma
saro’ vario: parlero’ non solo di posti, ma di tante persone, di tanti cibi, e
di tante riflessioni mie personali.
E se solo alla fine di questa lettura anche voi sentirete una certa curiosita’, magari un certo richiamo verso quei luoghi magnifici.. beh, la piu’ alta delle mie missioni sara’ compiuta.
Buona
lettura,
La meta ormai, era decisa.
Avevo in mente un’altra cosa, un altro pensiero che iniziava ad assillarmi: tornare nella mia seconda casa a maggio. Perche’ maggio? Semplice! Pochi turisti, piu’ possibilita’ di vedere animali, prezzi piu’ bassi, e tanto, tanto verde in piu’ e tanta, tanta acqua in piu’ nelle cascate. E credetemi, in stati come Oregon e Washington, dove esistono addirittura siti che elencano e danno un rating alle cascate presenti, esser presenti in settembre o in maggio fa una certa differenza!
Stranamente – troppa fortuna – lavorativamente parlando la cosa poteva essere fattibile. Non ci ho pensato due volte.
Pochi giorni dopo, la sera del 23 marzo, potevo annunciare gaudioso che il 19 maggio sarei partito da Bologna con destinazione Seattle, stato di Washington (WA). Non stavo piu’ nella pelle. Con la benedizione e gli auguri dei miei amici d’oltreoceano, inizio finalmente a programmare il mio futuro viaggio nel NordOvest.
Gran bello schifo, penserete.
Ed e’ qui che vi sbagliate. E’ qui che mi sbagliavo anch’io, quantomeno all’inizio.
Vedete, come mi dicevano saggiamente degli amici di Portland, Oregon (OR) questo e’ il vero NordOvest. Non e’ una terra di sole, di tintarella, di deserti. E’ una terra piovosa, nevosa, una terra ricca di vegetazione, di corsi d’acqua. E’ una terra, tanto per capirci, che ospita l’unica foresta pluviale del Nord America (Olympic National Forest & Olympic NP, WA). E come da copione, quel che i miei occhi hanno visto e’ stata molta pioggia, molta neve, e un po’ di riflesso, la mia pelle ha percepito anche DEL freddo.
Ho capito, dopo un po’, che forse le cose sono andate come dovevano. Certo, aver assstito a due settimane di sole e cieli azzurri sarebbe valso molta piu’ felicita’, uno spirito ben piu’ sollevato, e molte foto migliori. Ma sarebbe stato un po’ come andare nel deserto del Sahara e trovare una settimana di pioggia. Non sarebbe quel che il posto in realta’ e’. Io posso dire di aver avuto una veritiera, nuda e cruda, esperienza del NordOvest.
E se solo alla fine di questa lettura anche voi sentirete una certa curiosita’, magari un certo richiamo verso quei luoghi magnifici.. beh, la piu’ alta delle mie missioni sara’ compiuta.
Manu “The Cloud Rider”
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