martedì 12 marzo 2013

Leaving New Zealand


All good things come to an end. Cosi’ dicono, e cosi’ e’.

E cosi’ mi trovo a lasciare la Nuova Zelanda, 142 giorni dopo il mio arrivo ad Auckland in un caldo pomeriggio di fine novembre. Fine primavera, in pratica. Ho lasciato l’Italia un tiepido pomeriggio di meta’ autunno per andare incontro ad un’estate paurosamente calda, soleggiata, piena di vita, in questo paese.

Ho guidato la mia carretta – la mia ex- Honda Integra ’91 – per piu’ di 8800 km su e giu’ per il paese, prendendo il traghetto che collega North Island a South Island per 3 volte. Ho camminato per circa 280 km perlopiu’ in paesaggi montani di rara bellezza, aspri e selvaggi. Ho distrutto le mie adorate scarpe da trekking peraltro.

Ora, non sto qui ad elencare tutte le cose che ho fatto perche’ mi porterebbe via troppo tempo. Non sto qui ad elencare tutte le vicende che mi hanno visto protagonista – mi ci vorrebbe un libro solo per quelle. Eppure, ripenso ad alcune cose, skydiving, caving, giro in elicottero, la jetboat, la Milford Track.. la sorpresa fatta ad una persona che forse non lo meritava – aereo, fino a North Island, autostop per 400km andata piu’ ritorno, in 4 giorni – le persone magnifiche che ho incontrato..

Voglio dire, ho bellissimi ricordi qui. E non ho nominato ancora il posto dove son stato per 3 mesi, il posto che e’ stato casa mia, Glenorchy.

In un posto dove chissa’ quanta gente viene per visitare i luoghi dove si e’ girato “Il signore degli anelli”, o dove tanta altra gente viene per camminare le numerosissime trails in queste bellissime montagne, io ho vissuto per 3 mesi. E ho lavorato nella lodge #1 in Nuova Zelanda. Da panico eh?!

Ebbene, dopo aver conosciuto milionari che mi hanno invitato a casa loro, persone che mi hanno elogiato per la mia professionalita’, per la mia persona in se’, e che si son dette addirittura disposte ad aiutarmi per farmi ottenere un visto di lavoro per gli USA, e dopo tante altre cose.. si, posso dire che e’ stato da panico. E’ stata l’occasione che capita una volta nella vita, e prendendola al volo, ho fatto un’affare.

Mi ritengo privilegiato ad aver avuto la fortuna di lavorare in questa lodge, con queste persone, per questi padroni. Sono sempre andato a lavoro sorridendo, e non mi sono mai arrabbiato. Son felicissimo per l’esperienza fatta, per le competenze guadagnate, per i momenti trascorsi. Ho imparato addirittura due lavori! E le tante persone che mi hanno elogiato o che mi vorranno addirittura aiutare, testimoniano che la mia parte, probabilmente l’ho svolta bene. Di questo sono orgoglioso.

Ora, seppur con un po’ di tristezza, e’ tempo di rimettere lo zaino in spalla.

Mi attende il tetto del mondo, un’altra cosa da depennare nel mio sterminato elenco di cose da fare, posti da vedere. L’Everest, mi attende. E poi.. beh, e poi l’avventura di una vita, un epico tour degli Stati Uniti che non vedo l’ora di cominciare!

Parto con la consapevolezza di aver lasciato una buona impressione qui, e con la consapevolezza – notevole per i tempi che corrono eh? – di poter un giorno tornare, ed essere riaccolto in famiglia a braccia aperte!

Saluti,

Manu

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