Beh, l'ho detto a poche persone e tutto sommato magari qualcuno si sara' anche chiesto da dove diamine mi sia piovuto il lavoro che mi sto ritrovando a fare. Dico, non e' cosa da tutti i giorni iniziare a lavorare in un settore, e farlo presso un'azienda che fa parte dell'elite in quel campo. Direi che sembra cosa piuttosto pretenziosa e utopistica. Ebbene, ecco la mia storia:
Ero arrivato in Nuova Zelanda da poco meno di una settimana, 6 giorni per l'esattezza. Mi ero appena sorbito un tragitto Auckland - Queenstown che, comprensivo di traghetto, fanno 1550 km circa, e che io ho sapientemente allungato volendo passare per quella o quell'altra citta'. Ero arrivato a Queenstown finalmente, dove pero' non avevo nemmeno fatto a tempo a depositare le valigie e riposare un po', dopo una notte passata a dormire in macchina e con precoce sveglia alle 6 del mattino. I miei affittuari erano via, ed io decisi - era piu' o meno mezzogiorno - di guidare altri 40 chilometri fino ad una vicina, minuscola cittadina di nome Glenorchy. Avevo letto essere un piacevole villaggio sulle sponde del lago, affacciata sulle montagne e circondata da nulla se non da acqua e rocce. Un ottimo posto dove passare qualche ora. Iniziai a guidare con quella meta.
Al mio arrivo a Glenorchy, realizzo cosa vuol dire "villaggio": un general store, un cafe', un ristorante, un albergo. Qualche casa qua e la, ed una scuola. Stop. Questa e' Glenorchy. Ah, poi c'e' il lago, lake Wakatipu, stupendo in questa giornata calma, senza vento, dove le nuvole sono quasi inchiodate nella loro posizione su nel cielo, e le acque del lago sembrano ghiacciate, immobili. Faccio due passi sul molo, ammiro le montagne che per me ora non hanno un nome, ma di cui spero presto diventare esperto conoscitore. Pare esserci, piu' avanti, una specie di laguna, indicata peraltro da un cartello che mostra la via per il tracciato camminabile. Non vedo motivi per non farne almeno un pezzo. E' parecchio caldo, ma non porto ne' cappello ne' occhiali, anche perche' un'ora qua sotto con gli occhiali varrebbe una bellissima abbronzatura stile ciclista che preferirei decisamente evitare. Inizio a camminare seguendo il lago, ammirandone le acque cosi' azzurre, vedendo grosse trote che sollazzano nei torrenti laterali, e bambini che incredibilmente giocano allegri sulle sponde, in costume, sebbene l'acqua (almeno questa e' la mia percezione!) non sia di certo a venti gradi di temperatura. Cammino per una ventina di minuti, poi trovo un albero, dell'ombra, e una panca - anch'essa all'ombra. Stavolta non vedo un motivo per non fermarmi e sorseggiare dell'acqua. Ci voleva proprio, specialmente qui: vedo montagne innevate che si sciolgono in erba di color arancione, per trasformarsi in verde ai piedi dei monti, dove ci sono i pascoli per le pecore e per i cavalli. Il cielo e' di un blu da favola. John Denver cantava del "Wild Montana Sky", il cielo del Montana che spesso e' definito come blu ed immenso, infinito. A me ora riesce difficile immaginare un blu piu' blu di questo. Ma tornero' in Montana, e se il tempo mi aiuta stavolta, provero' a trovare l differenze!
Mentre sorseggio la mia acqua, mi si fa incontro una signora non piu' giovanissima, che stimo sulla sessantina abbondante, che sta camminando con un bastone e con il suo cane. Mi dice subito "Hello!". Io rispondo con un sorriso, ed anziche' tirare dritta e continuare la sua camminata, la signora si ferma ed inizia a parlare con me. "Bella giornata vero? Di dove sei?". Credo si capisca lontano un miglio che non sono di qui. Ad ogni modo rispondo, ed inizia la conversazione vera e propria. Spiego, rispondendo alle diverse domande postemi, che sono italiano, che mi son licenziato per iniziare a viaggiare, che la Nuova Zelanda e' la mia prima meta, quali sono i miei piani. "Sei in cerca di un lavoro qui?". Ecco, la mia risposta suona strana. Del tipo, si, la risposta e' si, anche se in realta' non ho ancora iniziato a cercarlo. E' domenica, e secondo la mia tabella di marcia, avrei iniziato domani con un'ufficiale ricerca di un lavoro, in Queenstown, dove ho la mia camera. Oggi, le spiego, sono semplicemente un turista qui. Lei mi dice, "Hai fatto domanda alla Blanket Bay lodge? Sai, la luxury lodge che c'e' proprio prima di entrare qui in paese? Sai, non e' proprio a Queenstown, quindi per te forse sarebbe impossibile venire qui ogni giorno.. pero' sarebbe bello, e so che stanno ancora cercando personale". Le rispondo che si, conosco la lodge, che l'avevo vista (quantomeno il cartello) proprio mentre guidavo verso il paese. In realta' - mi si accende la lampadina, e le spiego tutto di conseguenza - "Conoscevo la lodge anche prima di partire. Avevo visto che cercavano camerieri ed avevo fatto domanda via internet, ma ero stato scartato". La signora quindi, prosegue, lasciandomi a bocca aperta. "Davvero? Beh allora, vedi, tu dovresti tornare alla lodge. Se vai li oggi stesso, dalle 3 in poi, dovresti trovare Lucia (nome fittizio), la F&B manager. Dille che hai incontrato Matilde (altro nome fittizio), che sono io e sono LA PROPRIETARIA, e che ti ho mandato io li. So che stanno ancora cercando personale, quindi potrebbe essere buona cosa andare e farci due chiacchiere se ti va!".
Quasi cado all'indietro. Mi viene una goccia in fronte grande come una palla da football, stile Dragonball. Bocca aperta.
Vedete, Blanket Bay e' una luxury lodge. "Luxury" nel senso che tutto e' strafigo, dal setting, agli interni, al cibo servito, alle forchette usate, alla qualita' del personale. E' la luxury lodge piu' quotata del paese. Di piu', e' stata la seconda lodge AL MONDO per 3 anni di fila. Tanto per spiegare, la prima era una lodge sudafricana dove gli ospiti cenano mentre scimmie, giraffe, gnu, zebre ed altri animali passeggiano a pochi metri di distanza. E' una lodge dove per arrivare alle strutture, dal cancello, a piedi ci si impiega quasi un quarto d'ora. Questa e' Blanket Bay. Ed io sto parlando con la proprietaria. Nella mia mente iniziano ad affollarsi pensieri, mentre la goccia diventa grande come un cinghiale. Immagino quanto la signora avra' speso per l'orologio che porta al polso, quanti rotoli di banconote da 100 avra' in tasca in questo momento, quanti maledettissimi zeri abbia il suo conto in banca, quanto grande sara' l'aereo che l'avra' trasportata qui da dove di solito vive. Nonostante tutto cio', e' una persona alla mano, cordiale e gentile, che sta perdendo del tempo per aiutare me, poveraccio venuto da un paese instabile. Ora la goccia e' grande come un armadio. Se cade faccio la doccia al paese intero, uno tsunami.
Cerco di chiudermi la bocca e l'espressione da citrullo che ho sul momento, e apro bocca di nuovo. Dico qualcosa tipo "Wow!", oppure "Really?! That's amazing!", ovvero due tra le cose piu' cretine che possa dire. Passo falso amico. Poi riarticolo il mio discorso e cerco di far capire che si, sarebbe fichissimo ma mi costringerebbe a interrompere subito il mio affitto, a vivere in questo buco dimenticato dalla civilta', e comunque non sarei all'altezza. Mi do poche speranze. La signora, sebbene non del tutto rassegnata, ammette le mie ragioni, e mi invita solo ad andare e fare un tentativo. Nel caso, avrei il suo supporto.
Cammino parlando con lei per un'altra mezzoretta, scoprendo che e' sposata ad un americano (nota di cronaca: ..qualcosa tipo l'ex CEO di Levis..!) e tante altre cose interessanti. Mi piace la conversazione. La saluto perche' incontra un'amica e non vorrei essere in mezzo alle palle piu' di tanto. Mi invita di nuovo ad andare alla lodge, oggi. Io sorrido, la ringrazio di cuore, e la saluto.
Sono arrivato da 6 giorni e mi va gia' cosi'.
In realta', sulla mia via del ritorno verso Queenstown, non mi fermo alla lodge. Sono cosciente del fatto che ho una possibilita' su un miliardo di essere assunto. Non ho mai fatto il cameriere in vita mia. Di piu', non ho mai lavorato nell'hospitality in vita mia. Di piu', non ho mai servito un piatto come si deve in vita mia, ed io e il galateo siamo tipo il diavolo e l'acqua santa. Non ho chance.
A volte pero' il destino, il fato, intreccia i fili delle nostre vite in un modo che noi non vorremmo, o non penseremmo, o nemmeno lontanamente sogneremmo. Il giorno dopo ricevo una chiamata da Lucia, la F&B manager alla lodge. "Emanuele, sono Lucia, come stai? Ho saputo che hai incontrato Matilde, la proprietaria, ieri a Glenorchy. Bella persona vero? Mi ha detto che stai cercando un lavoro, perche' non passi qui oggi alle 3, ti va? Facciamo due chiacchiere e vediamo un po'! Ti aspetto!".
Stavolta non cado, ma divento bianco in faccia. Questa telefonata vuol dire una cosa: devo essere piaciuto, o devo aver per qualche motivo colpito la proprietaria cosi' tanto che deve aver parlato di me alla lodge, e che si sono messi a cercare il mio recapito tra i dati nel database degli applicanti, mi hanno chiamato e invitato alla lodge. Pazzesco. Non ci credo. E stavolta proprio non posso dire di no.
Quando vado alla lodge, e' come diventare un riccone per un momento. A parte il macinino che sto guidando, che sfigura tra i Mercedes e BMW parcheggiati in parcheggio, mi sento un VIP. Pavimenti in legno, muratura in "roccia", caminetti ovunque, legna vera, fuochi veri, vetri ovunque, giardino con fontana. Un sogno. La gente paga anche 3000$ a notte per stare qui, e non meno di 1500$. Tantino eh? Beh, mentre parlo con Lucia, parlo di questo e di altro ancora. Mi illustra la lodge, come funziona, cosa c'e'. Mi viene proposto di prendere il posto di un ragazzo che andra' via a meta' dicembre. Barman, e cameriere. Chiedo, "Sul serio?". Ebbene si, mi vorrebbero assumere sul serio.
E a questo punto, non posso dire di no. Dopo un'ora di chiacchierata, una stretta di mano suggella il tutto: ho trovato un lavoro.
Per le statistiche, non avevo ancora iniziato a cercarlo, il lavoro. Non ho dovuto nemmeno far la fatica di stampare un CV e girare a piedi a consegnarne qualcuno. Non ho dovuto sudare una goccia per avere questo lavoro. E che lavoro! C'e' gente che gira bar per bar per due settimane prima di avere uno straccio di lavoro in citta', paga minima. Io non ho nemmeno aperto bocca ed ho avuto un lavoro che mi paghera' piu' della paga minima, che se saro' disponibile, mi consentira' di fare turni extra e guadagnare i miei soldini, e in una location che non e' di certo un bar qualsiasi a Queenstown.
Signori, la Blanket Bay lodge. Sono orgoglioso di lavorare qui, ora.
E mi vien da ridere ripensando al detto, "Nato con la camicia". Haha. No, non sono io!
Non credo alla fortuna.
Ero arrivato in Nuova Zelanda da poco meno di una settimana, 6 giorni per l'esattezza. Mi ero appena sorbito un tragitto Auckland - Queenstown che, comprensivo di traghetto, fanno 1550 km circa, e che io ho sapientemente allungato volendo passare per quella o quell'altra citta'. Ero arrivato a Queenstown finalmente, dove pero' non avevo nemmeno fatto a tempo a depositare le valigie e riposare un po', dopo una notte passata a dormire in macchina e con precoce sveglia alle 6 del mattino. I miei affittuari erano via, ed io decisi - era piu' o meno mezzogiorno - di guidare altri 40 chilometri fino ad una vicina, minuscola cittadina di nome Glenorchy. Avevo letto essere un piacevole villaggio sulle sponde del lago, affacciata sulle montagne e circondata da nulla se non da acqua e rocce. Un ottimo posto dove passare qualche ora. Iniziai a guidare con quella meta.
Al mio arrivo a Glenorchy, realizzo cosa vuol dire "villaggio": un general store, un cafe', un ristorante, un albergo. Qualche casa qua e la, ed una scuola. Stop. Questa e' Glenorchy. Ah, poi c'e' il lago, lake Wakatipu, stupendo in questa giornata calma, senza vento, dove le nuvole sono quasi inchiodate nella loro posizione su nel cielo, e le acque del lago sembrano ghiacciate, immobili. Faccio due passi sul molo, ammiro le montagne che per me ora non hanno un nome, ma di cui spero presto diventare esperto conoscitore. Pare esserci, piu' avanti, una specie di laguna, indicata peraltro da un cartello che mostra la via per il tracciato camminabile. Non vedo motivi per non farne almeno un pezzo. E' parecchio caldo, ma non porto ne' cappello ne' occhiali, anche perche' un'ora qua sotto con gli occhiali varrebbe una bellissima abbronzatura stile ciclista che preferirei decisamente evitare. Inizio a camminare seguendo il lago, ammirandone le acque cosi' azzurre, vedendo grosse trote che sollazzano nei torrenti laterali, e bambini che incredibilmente giocano allegri sulle sponde, in costume, sebbene l'acqua (almeno questa e' la mia percezione!) non sia di certo a venti gradi di temperatura. Cammino per una ventina di minuti, poi trovo un albero, dell'ombra, e una panca - anch'essa all'ombra. Stavolta non vedo un motivo per non fermarmi e sorseggiare dell'acqua. Ci voleva proprio, specialmente qui: vedo montagne innevate che si sciolgono in erba di color arancione, per trasformarsi in verde ai piedi dei monti, dove ci sono i pascoli per le pecore e per i cavalli. Il cielo e' di un blu da favola. John Denver cantava del "Wild Montana Sky", il cielo del Montana che spesso e' definito come blu ed immenso, infinito. A me ora riesce difficile immaginare un blu piu' blu di questo. Ma tornero' in Montana, e se il tempo mi aiuta stavolta, provero' a trovare l differenze!
Mentre sorseggio la mia acqua, mi si fa incontro una signora non piu' giovanissima, che stimo sulla sessantina abbondante, che sta camminando con un bastone e con il suo cane. Mi dice subito "Hello!". Io rispondo con un sorriso, ed anziche' tirare dritta e continuare la sua camminata, la signora si ferma ed inizia a parlare con me. "Bella giornata vero? Di dove sei?". Credo si capisca lontano un miglio che non sono di qui. Ad ogni modo rispondo, ed inizia la conversazione vera e propria. Spiego, rispondendo alle diverse domande postemi, che sono italiano, che mi son licenziato per iniziare a viaggiare, che la Nuova Zelanda e' la mia prima meta, quali sono i miei piani. "Sei in cerca di un lavoro qui?". Ecco, la mia risposta suona strana. Del tipo, si, la risposta e' si, anche se in realta' non ho ancora iniziato a cercarlo. E' domenica, e secondo la mia tabella di marcia, avrei iniziato domani con un'ufficiale ricerca di un lavoro, in Queenstown, dove ho la mia camera. Oggi, le spiego, sono semplicemente un turista qui. Lei mi dice, "Hai fatto domanda alla Blanket Bay lodge? Sai, la luxury lodge che c'e' proprio prima di entrare qui in paese? Sai, non e' proprio a Queenstown, quindi per te forse sarebbe impossibile venire qui ogni giorno.. pero' sarebbe bello, e so che stanno ancora cercando personale". Le rispondo che si, conosco la lodge, che l'avevo vista (quantomeno il cartello) proprio mentre guidavo verso il paese. In realta' - mi si accende la lampadina, e le spiego tutto di conseguenza - "Conoscevo la lodge anche prima di partire. Avevo visto che cercavano camerieri ed avevo fatto domanda via internet, ma ero stato scartato". La signora quindi, prosegue, lasciandomi a bocca aperta. "Davvero? Beh allora, vedi, tu dovresti tornare alla lodge. Se vai li oggi stesso, dalle 3 in poi, dovresti trovare Lucia (nome fittizio), la F&B manager. Dille che hai incontrato Matilde (altro nome fittizio), che sono io e sono LA PROPRIETARIA, e che ti ho mandato io li. So che stanno ancora cercando personale, quindi potrebbe essere buona cosa andare e farci due chiacchiere se ti va!".
Quasi cado all'indietro. Mi viene una goccia in fronte grande come una palla da football, stile Dragonball. Bocca aperta.
Vedete, Blanket Bay e' una luxury lodge. "Luxury" nel senso che tutto e' strafigo, dal setting, agli interni, al cibo servito, alle forchette usate, alla qualita' del personale. E' la luxury lodge piu' quotata del paese. Di piu', e' stata la seconda lodge AL MONDO per 3 anni di fila. Tanto per spiegare, la prima era una lodge sudafricana dove gli ospiti cenano mentre scimmie, giraffe, gnu, zebre ed altri animali passeggiano a pochi metri di distanza. E' una lodge dove per arrivare alle strutture, dal cancello, a piedi ci si impiega quasi un quarto d'ora. Questa e' Blanket Bay. Ed io sto parlando con la proprietaria. Nella mia mente iniziano ad affollarsi pensieri, mentre la goccia diventa grande come un cinghiale. Immagino quanto la signora avra' speso per l'orologio che porta al polso, quanti rotoli di banconote da 100 avra' in tasca in questo momento, quanti maledettissimi zeri abbia il suo conto in banca, quanto grande sara' l'aereo che l'avra' trasportata qui da dove di solito vive. Nonostante tutto cio', e' una persona alla mano, cordiale e gentile, che sta perdendo del tempo per aiutare me, poveraccio venuto da un paese instabile. Ora la goccia e' grande come un armadio. Se cade faccio la doccia al paese intero, uno tsunami.
Cerco di chiudermi la bocca e l'espressione da citrullo che ho sul momento, e apro bocca di nuovo. Dico qualcosa tipo "Wow!", oppure "Really?! That's amazing!", ovvero due tra le cose piu' cretine che possa dire. Passo falso amico. Poi riarticolo il mio discorso e cerco di far capire che si, sarebbe fichissimo ma mi costringerebbe a interrompere subito il mio affitto, a vivere in questo buco dimenticato dalla civilta', e comunque non sarei all'altezza. Mi do poche speranze. La signora, sebbene non del tutto rassegnata, ammette le mie ragioni, e mi invita solo ad andare e fare un tentativo. Nel caso, avrei il suo supporto.
Cammino parlando con lei per un'altra mezzoretta, scoprendo che e' sposata ad un americano (nota di cronaca: ..qualcosa tipo l'ex CEO di Levis..!) e tante altre cose interessanti. Mi piace la conversazione. La saluto perche' incontra un'amica e non vorrei essere in mezzo alle palle piu' di tanto. Mi invita di nuovo ad andare alla lodge, oggi. Io sorrido, la ringrazio di cuore, e la saluto.
Sono arrivato da 6 giorni e mi va gia' cosi'.
In realta', sulla mia via del ritorno verso Queenstown, non mi fermo alla lodge. Sono cosciente del fatto che ho una possibilita' su un miliardo di essere assunto. Non ho mai fatto il cameriere in vita mia. Di piu', non ho mai lavorato nell'hospitality in vita mia. Di piu', non ho mai servito un piatto come si deve in vita mia, ed io e il galateo siamo tipo il diavolo e l'acqua santa. Non ho chance.
A volte pero' il destino, il fato, intreccia i fili delle nostre vite in un modo che noi non vorremmo, o non penseremmo, o nemmeno lontanamente sogneremmo. Il giorno dopo ricevo una chiamata da Lucia, la F&B manager alla lodge. "Emanuele, sono Lucia, come stai? Ho saputo che hai incontrato Matilde, la proprietaria, ieri a Glenorchy. Bella persona vero? Mi ha detto che stai cercando un lavoro, perche' non passi qui oggi alle 3, ti va? Facciamo due chiacchiere e vediamo un po'! Ti aspetto!".
Stavolta non cado, ma divento bianco in faccia. Questa telefonata vuol dire una cosa: devo essere piaciuto, o devo aver per qualche motivo colpito la proprietaria cosi' tanto che deve aver parlato di me alla lodge, e che si sono messi a cercare il mio recapito tra i dati nel database degli applicanti, mi hanno chiamato e invitato alla lodge. Pazzesco. Non ci credo. E stavolta proprio non posso dire di no.
Quando vado alla lodge, e' come diventare un riccone per un momento. A parte il macinino che sto guidando, che sfigura tra i Mercedes e BMW parcheggiati in parcheggio, mi sento un VIP. Pavimenti in legno, muratura in "roccia", caminetti ovunque, legna vera, fuochi veri, vetri ovunque, giardino con fontana. Un sogno. La gente paga anche 3000$ a notte per stare qui, e non meno di 1500$. Tantino eh? Beh, mentre parlo con Lucia, parlo di questo e di altro ancora. Mi illustra la lodge, come funziona, cosa c'e'. Mi viene proposto di prendere il posto di un ragazzo che andra' via a meta' dicembre. Barman, e cameriere. Chiedo, "Sul serio?". Ebbene si, mi vorrebbero assumere sul serio.
E a questo punto, non posso dire di no. Dopo un'ora di chiacchierata, una stretta di mano suggella il tutto: ho trovato un lavoro.
Per le statistiche, non avevo ancora iniziato a cercarlo, il lavoro. Non ho dovuto nemmeno far la fatica di stampare un CV e girare a piedi a consegnarne qualcuno. Non ho dovuto sudare una goccia per avere questo lavoro. E che lavoro! C'e' gente che gira bar per bar per due settimane prima di avere uno straccio di lavoro in citta', paga minima. Io non ho nemmeno aperto bocca ed ho avuto un lavoro che mi paghera' piu' della paga minima, che se saro' disponibile, mi consentira' di fare turni extra e guadagnare i miei soldini, e in una location che non e' di certo un bar qualsiasi a Queenstown.
Signori, la Blanket Bay lodge. Sono orgoglioso di lavorare qui, ora.
E mi vien da ridere ripensando al detto, "Nato con la camicia". Haha. No, non sono io!
Non credo alla fortuna.
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