(Commento alla stesura: per rendere il resoconto un po' piu' attivo, di modo che il lettore possa essere piu' coinvolto, d'ora in avanti cerchero' di seguire uno stile formulato in prima persona. Vogliate perdonare eventuali errori, se no ve piase cambie' posto e no rompi' i coioni. La'.)
La mia storia inizia a Los Angeles, d'ora in avanti LA, alle 13.30 circa di un assolato giovedi' pomeriggio sulla costa pacifica. A dire il vero - e questo sta bene per molte cose nella vita - la storia era iniziata un po' prima, con una sveglia alle 3 della notte, tanto sonno, e un volo interminabile per quanto mi concerne. Si, 11 ore e mezza per me son davvero tante, dovessi andare in Australia almeno! La compagnia che mi offre il volo e' AirFrance, sulla quale non mi esprimo perche' non ho nulla da demarcare non fosse per le bustine di zucchero, le quali pensano contengano 15 granuli di materia cadauna. Credo li contino accuratamente prima di imbustarli, di modo che il fruitore beva il suo caffe' amaro come gli e' stato servito. Non mi esprimo nemmeno sulla compagnia che mi noleggia la macchina, Dollar, che mi tende un tranello che io preferirei chiamare con un termine caro al consumatore, "truffa". Infatti, mesi prima, davanti al pc di casa, procedevo a prenotare il noleggio della macchina sotto promessa sottolineata nel sito e ribadita via email, che qualora non vedessi alcuna "underage charge" disponibile nel menu' a tendina, non sarei stato addebitato anche per quella tassa. Contento come non mai, prenotavo esultante, un risparmio di 27$ al giorno non e' da sottovalutare, per 17 giorni! Al banco Dollar pero', come spesso i sogni di ciascuno di noi s'infrangono, stavolta si infrange il mio porcellino-salvadanaio. Mi viene detto che la legge e' legge e non son loro che decidono. Che decidono no, ma che rispondono ai consumatori si. Ad ogni modo, il coltello dalla parte del manico lo tengono loro, e, gentilmente, il commesso mi dice: "La vuole la macchina o disdico la prenotazione?". Fucked, detta come la direbbe un americano. Accetto, esborso, maledico, e volo in macchina, gia' in cospicuo ritardo, data anche la terribile lentezza dell'aeroporto LAX della citta' (qualcosa tipo 45 minuti per il controllo dell'Homeland Security, che sta diventando l'organizzazione che inizia a dovermi piu' tempo!). La macchina designata ad accompagnarmi per una masnada di miglia (scusate se uso il termine masnada di frequente, ma dovrebbe esser volgarmente inteso come sinonimo di "parecchie, tante", e mi suona particolarmente bene) e' un'esteticamente opinabile Kia Soul, che io prontamente, come ogni volta, ho ribattezzato "CuboCar". Infatti, sembra un cubetto con 4 ruote e una protuberanza sul davanti. Ci sgroppo in cima, carico i bagagli e parto, direzione Rialto, un paese alla periferia est di LA dove devo fermarmi a ritirare tenda, sacco a pelo e tarps (teloni da giardinaggio in pratica) che ho ordinato al WalMart. Ci arrivo miracolosamente senza sbagliare strada nel traffico cittadino. E qui parto con la prima serie di eresie. Io non vivro' mai in una citta' con piu' di 300.000 abitanti. Lo giuro. LA e' un posto spaventoso, il traffico ti ingloba, non puoi sfuggire, le strade piu' grandi, parlo di mostri fino a 8 corsie, sono le piu' trafficate ed anche li si va a passo d'uomo, il giovedi' a ora di pranzo come il sabato pomeriggio. E' una cosa incredibile. So che e' la seconda citta' d'America, e da qualche parte ho letto che, periferia compresa, puoi guidare per 50 chilometri ed essere ancora dentro LA. Ok, provate a guidare ad una media di 15mph, con ingorghi e semafori, e ditemi dopo quanto ne verrete fuori. Risposta, una vita. Ci metto 2h 15' per guidare da LAX a Rialto, se tutto va bene 15 miglia di strada. Entro al WalMart gia' sudato come un gorilla, imprecante per il ritardo e con un plico di carte che non so nemmeno che cazzo siano. Vado al bancone per gli ordini, e li faccio su in men che non si dica. Il problema e' alla cassa, dove arrivo con un carrello di roba che non so nemmeno far stare in piedi e non ho la minima idea di come portar fuori, da solo. (scomodita' di viaggiar da soli!) In qualche modo ce la faccio pero', e mi metto in macchina stavolta puntando l'ultima destinazione del giorno, che e' un paesino sperduto nel deserto del Mojave tra la California e l'Arizona, di nome Needles. Mentre guido assaporo gia' le meraviglie a venire mentre vedo le San Bernardino Mountains tingersi di giallo, arancione e infine rosso acceso al tramonto. Il deserto, al tramonto, e' uno dei posti piu' belli in cui si possa essere ragazzi, davvero. Il traffico scorre fluido ma grazie ai cartelli mi rendo conto che sono parecchio in ritardo. Inevitabilmente, premo sull'acceleratore, la prospettiva di arrivare al motel alle 10 non mi alletta piu' di tanto. Sono in piedi da circa 26 ore e la stanchezza si fa sentire. Altre 2 ore di guida davanti a me, nella notte del Mojave. Accendo un po' di musica per tenermi sveglio, ma realizzo che ogni tanto gli occhi mi si chiudono da se', e la cosa si fa pericolosa. Accosto sul bordo della highway e faccio un paio di mini riposi di 10 minuti, inefficaci. Devo continuare a guidare. L'errore pero' e' dietro l'angolo. Colto dalla fretta e dalla voglia di arrivare finalmente a letto, premo troppo l'acceleratore e all'improvviso, nel buio, dall'altra parte della strada, due luci lampeggianti rosse e blu si accendono e virano verso di me. Oh cazzo, this is da police bro! Fortunatamente mentre ero in USA lo scorso anno ho seguito abbastanza puntate di COPS per sapere cosa fare in un caso del genere, dunque accosto, gradatamente, abbasso il finestrino e tengo le mani sul volante. Il poliziotto si affianca, mi punta una pila che o perche' ero assonnatissimo o perche' era realmente cosi' mi e' sembrata di 28mila watt, e mi chiede perche' andavo cosi' veloce e a quanto pensavo di andare. Gli rispondo che sono un fottuto turista italiano che per colpa dell'aeroporto di LA e del suo traffico e' stanco morto ed in ritardissimo per arrivare al motel e che tutto sommato non penso di aver ecceduto di piu' di 8-9 mph il limite, fissato a 75. Lui mi replica che in realta' correvo a 91 mph. Uao, non male ragazzo. Chiaramente non provo ad elemosinare una cancellazione della sicurissima sanzione perche' so che le cose qui non vanno come nel Bel Paese, "dai amico non lo faccio piu', ero di fretta, ti prometto che faccio il brabo" e poi fanculo da sotto il finestrino.. quindi, rispondo alle domande, fornisco i documenti, e il cop mi dice che mi arrivera' la multa a casa, che lui non sa dirmi a quanto ammontera', e che gentilmente ha messo che correvo solo ad 80mph. "This way my boss will know I'm doing my job" chiarisce. Grazie fratello, sei un amico (si, de sto cazzo). Pensando a quanto culo dovro' vendere per pagare la multa mi rimetto in strada. In effetti, anche adesso che, mentre scrivo, non ho ancora idea di quanto dovro' esborsare, credo sara' un flagello. Nelle strade d'America campeggiano ovunque cartelloni pubblicitari di rampanti avvocatelli o veterani navigati dalla faccia dura - di quelle dell'avvocato cattivo dei film - che offrono i loro servigi all'automobilista (a onor del vero, piu' spesso camionista) che ha preso un "traffic ticket", una multa. Allora mi dico: se un americano e' disposto a pagare un avvocato per aver revocata una multa, ne deduco che la multa costi piu' dell'avvocato. E anche se il mercato legale in america non e' cosi' costoso, quanto mai potra' valere? Non credo un avvocato si accontenti di 200 dollari per smazzarsi contro il governo.. quindi, addolorato, volgo il mio sguardo alla strada e cerco di non pensare al futuro salasso ( altrimenti fino all'arrivo e' solo un boiasso, mi vien da dire). Non abbiamo iniziato col piede giusto, proprio no, ma siamo ben in tempo per recuperare. Intanto recupero almeno il mio motel, un DaysInn situato giusto all'uscita della highway e che scopro con piacere essere appena a 100 metri da un Denny's. Mi si accendono gli occhi. Per chi non sapesse di cosa parlo, Denny's e' una catena di diner americani che offre cibo fast nel senso che e' abbastanza veloce, ma non cibo junk come McDonald o Subway. Aperto 24h al giorno, offre tutti e 3 i principali pasti e passa dalle patatine con formaggio fuso e bacon, ai pancackes all you can eat, alla country fried steak con gravy, ai diversi burgers, combo plates o dessert. Fidatevi, per chi vuole mangiare bene, spendere modestamente e fare in fretta - magari anche riempirsi lo stomaco per bene - ecco, Denny's e' il posto che cercate in America. Stanco morto barcollo al motel, prendo le chiavi, mi metto le infradito e vado al diner. Non ho proprio cosi' tanta fame, ma vedo bene di iniziare ad abituare lo stomaco ai pantagruelici banchetti a cui lo sottoporro' 2 volte al giorno per le prossime 2 settimane. Prendo, leggete bene il nome perche' e' fantastico, un Bacon Slamburger e un milkshake alla vaniglia (piu' americnao di cosi'..). Il burger e' un hamburger che comprende: la carne, un uovo, bacon, prosciutto, formaggio, e ha hash browns (patate) come contorno. Lo mangio con avido deliziamento, e' una bomba. Mi sento felice, mi sento di nuovo a casa. Sazio e contento, torno in camera e crollo sfinito a letto, per una dormita quantomai necessaria. Vedete, a volte basta poco. Un buon hamburger ed un milkshake, stavolta.
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