sabato 24 novembre 2012

E un mese se n'e' andato!

(Per chi non volesse leggere, sotto ci sono alcune foto)
Oggi mi sento piu’ completo. Era come mi mancasse un pezzo, come sentissi un vuoto tra una costola e l’altra, ma ora va meglio. Indietro a quest’estate, a fine maggio, ero stato tra i vari posti anche in Oregon, ed avevo seguito la costa circa da Florence fino su a Nord, quasi al confine con lo stato di Washington. Li’ avevo visto il posto geografico con il nome piu’ breve al mondo, un fiume, dal nome pressoche’ non scordabile: D. Il D river. Semplice no?! Ebbene, non me n’era fregato granche’ all’epoca. Ma quando venni a conoscenza, mentre esploravo le curiosita’ della Nuova Zelanda prima di partire, che in questo paese si trova il luogo geografico col nome piu’ lungo al mondo, mi sentii subito in dovere di completare quest’opera. Il tutto venne ad assumere un senso. E’ come giocare a memory, e imbattersi a fine turno in una carta di cui sai gia’ per certo dov’e’ la coppia. Devi farlo. Ce l’hai.
E cosi’, oggi, l’obiettivo di giornata – e che giornata, ricorre un mese dal mio atterraggio ad Auckland, dall’inizio del mio viaggio in Nuova Zelanda – era solo giungere in quel posto, una collinetta insignificante dal nome impronunciabile ed indicibile sperduta nelle campagne vicine alla costa sud-orientale di North Island. Quando giungo ad un cartello marrone che dice “Longest Geographical name on Earth” mi emoziono. Sento che l’impresa e’ vicina. E quando vedo un enorme cartello bianco lungo piu’ o meno 6 metri con scritto il nome della collina, mi viene da ridere. E’ veramente lungo una vita. Sarei curioso di sapere se c’e’ qualcuno in grado di leggerlo. Provateci: Taumatawhakatangihangakoauauotamateapokaiwhenuakitanatahu. Facile no?! Vi narro brevemente la storia che c’e’ dietro, usando nomi ovviamente fittizi – gli originali stanno sul cartello. Un giorno il capo JohnJohn della tribu’ degli Spaccotutto se ne stava andando a spasso con la sua tribu’, quando vide una terra che molto gli aggradava. Gli aggradava talmente tanto che penso’ quasi quasi di stabilirvici. Peccato che un’altra tribu’, i Tispaccodipiu’, occupava gia’ quella terra rinomata. Cosi’ le due finirono inevitabilmente per scontrarsi, al fare alla guerra. In un singolar tenzone, il capo JohnJohn degli Spaccotutto perse suo fratello, a cui voleva del bene. E fu cosi’ che il capo rimase per giorni, su questa collina, a suonare il suo flauto per commemorare il fratello perduto. Il nome della collina, piu’ o meno, sta ad indicare “Luogo dve il capo JohnJohn degli Spaccotutto rimase per giorni a piangere suo fratello”. Interessante eh?
Scosso e felice, realizzato, ora posso dire di essere stato nei luoghi geografici col nome piu’ lungo e piu’ corto della terra. Questo mi riempie di soddisfazione. Sono cosi’ contento che mi concedo un soft cone e un milkshake allo stesso tempo – e allo stesso tempo rubo per la modica cifra di 3,2 NZD un ora e mezza di connessione al mio caro amico Mc. Se non ci fossero i McDonald sarei fottuto, dico sul serio. Ho la mia chiavetta, ma devo centellinarla quando la uso, non posso permettermi di sprecare MB preziosi pagati a caro prezzo. Quella serve per le emergenze, o per quando non ci sono McDonald’s!
Mentre guido oltre la collina, oltre il Mc Donald’s, oltre Dannevirke – un piccolo villaggio orgoglioso delle proprie radici vichinghe (danesi per l’esattezza), tanto da sfoggiare emblemi vichingi e nordici ovunque – realizzo una cosa che mi colpisce. L’input me lo da una via, Franklin Rd. Mi viene in mente l’indirizzo che usavo mentre vivevo nel Dakota del Sud, Franklin Street. E poi, mi viene in mente l’indirizzo che per poco tempo, ho usato mentre stavo a Queenstown: Frankton Rd. Entrambi gli indirizzi dei posti dove ho vissuto eccetto casa mia, iniziano per Frank. Franklin e Frankton. E’ o non e’ curioso, quantomeno?! Significa che ho Frank nel mio destino. Ma chi cazzo e’ sto Frank? Se e’ un tedesco, non voglio conoscerlo!
E’ il mesiversario (se esiste, questo termine) del mio arrivo, dicevo. Anche questo mi eccita, posso dire alla gente che mi chiede da quanto sono qui, “un mese”, anziche’ tot settimane. Non sono piu’ un novellino ormai. Posso dire il fatto mio. Vi chiederete, forse, come mi sento.. se mi sembra sia passata una vita o se la mia partenza mi sembra ieri, in particolare. Ebbene, mi sembra normale. Mi sembra di esser partito circa un mese fa, e cosi’ e’. Invece, se prendessi le giornate singolarmente, direi che sono incredibilmente lunghe. Non perche’ siano noiose, quanto invece perche’ sono piene di eventi e di cose da fare. Non ho mai le mani in mano. Anche “perdere tempo al computer”, usando un termine caro a mio cugino, diventa qualcosa di serio, perche’ si mettono in ordine le foto, si aggiorna il blog, si aggiorna FB, si risponde alle mail, ogni tanto si skypa con qualcuno. Non e’ cosa da poco, solo questo. Ed oggi, dopo un mese, me la voglio prendere comoda e arrivare in ostello presto. Voglio farmi una bella, lunga doccia calda, e fanculo al risparmio dell’acqua, ambiente, etc. Etc. Tanto so che lo scrivete solo perche’ vi costa un macello di energia per scaldare l’acqua calda che uso, quindi lo faccio quasi volentieri. Poi voglio farmi la barba, voglio andare al supermercato e perdere tempo fra gli scaffali a vedere le offerte, cosa c’e’ di interessante, sognare cibo che purtroppo non posso comprare – uno perche’ prima o poi mi costerebbe caro sul conto in banca, due perche’ se mangiassi tutto scoppierei – e poi voglio andare a letto presto stasera. Dormire in macchina si puo’ fare, ma non posso di certo tirare le 3 di mattina il giorno dopo.
Prima di fare tutto questo pero’, per strada noto un cartello che indica un chioschetto dove in vendita ci sono prodotti freschi dall’orto. Mi ci fermo, anche se non sono il cliente tipo di questi negozi, ma mi hanno detto che vi si possono trovare prezzi inferiori ai supermercati, ed ho bisogno di mangiare qualche verdura fresca. Ieri ho mangiato una zuppa in scatola, un minestrone ecco, che all’aspetto faceva ribrezzo ma al gusto era interessante. Oggi vado sugli asparagi. A casa non li mangio, ma so che fanno bene. E costano poco, e ne ho per due giorni. Quando esco dal chioschetto con circa 3-400 grammi di asparagi per 2 NZD, sono contento. Stasera forse mi inventero’ un risotto con parte di essi, o forse li mangero’ come contorno a della buona carne.
Anche questi sono i pensieri di un tramper.
 
 
Kia. Copyright Emanuele Canton, 2012.
Il Kia e' l'unico pappagallo di montagna che vive in Nuova Zelanda. Le sue dimensioni sono piu' che rispettabili - sono alti piu' o meno 30-35 cm e pesano attorno al chilo e mezzo/2 kg. Il loro becco e' maledettamente affilato, e sono con esso in grado di aprire le zip degli zaini e slacciare le fibbie. Sulla mia auto, una volta in un parcheggio lungo la Milford Rd - con il motore ancora acceso e me e un amico DENTRO la vettura! - 5 di essi si sono avventati su cofano, finestrini e tettuccio, e hanno tentato di aprirsi un varco fin dentro la macchina. Diciamo che non si fanno pregare, quando capiscono che c'e' in ballo del cibo.

Fountain @ Napier, New Zealand. Copyright Emanuele Canton, 2012.

Il luogo geografico col nome piu' lungo del mondo. Ovviamente, in New Zealand. Copyright Emanuele Canton, 2012.

Infine, vi voglio mostrare questa: la mia casa, cucina, il mio letto con vista panoramica di un paio di sere fa. In basso c'e' il mio fornelletto da campo, con una pentolaccia e della "deliziosa" zuppa vegetale (lo chiameremmo minestrone in barattolo, l'aspetto era rivoltante, il sapore dignitoso grazie alle lenticchie). Ho parcheggiato la macchina sotto i cespugli, al riparo da occhi indiscreti, e mi son goduto il tramonto sulla baia, fino a quando anche l'ultima luce del giorno non se n'e' andata ed io, solo, ma con lo stomaco pieno e tante cose da raccontare, ho accompagnato il giorno morente in un sonno ristoratore.

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