giovedì 8 novembre 2012

La mia vita e' un'autostrada

La vita non e' altro che una corsa verso la felicita', e la felicita' nella vita io l'immagino come una piramide. La base e' fatta non di pietre enormi, pesanti, ma di tante piccoli mattoni che sorreggono il resto della struttura. E' vero che le cose che lasciano i segni maggiori sulle nostre esistenze sono macroscopici, indelebili, forti, non li dimentichiamo, non possiamo tralasciarli. Ma la base che sorregge il tutto, il carburante che ci fa andare avanti ogni giorno, i piccoli guerrieri che sconfiggono gli eserciti della tristezza, della delusione, dello sconforto - sempre pronti ad aggredirci - ecco quelli sono le piccole gioie quotidiane, i piccoli gesti. Me ne rendo sempre piu' conto.

L'altro giorno io ed il mio amico Evan, che ho conosciuto lungo la Milford Track, siamo andati a camminare. Non si fa molto altro in questi giorni, in questo paese. E' la cosa piu' bella che ci sia. Abbiamo camminato in cima ad un monte da dove si poteva godere della vista di un mondo che sembrava infinito: verdi vallate sepreggianti, un fiume dal colore cristallino, di quelli che vedi alla tv e dici "Mio Dio che splendore!". Catene montuose a perdita d'occhio, la neve che imbianca le cime e non solo, anche sotto i mille metri talvolta. La vegetazione. Il canto degli uccellini, variopinti in tonalita' decisamente a me sconosciute. Il nostro pianeta e' meraviglioso. Questa vista e' un incanto. I laghetti riflettono le montagne circostanti come in un dipinto del piu' talentuoso artista dell'Ottocento.
Puo' bastare a dare il significato ad una vita intera.

Ma scendiamo, parliamo con la gente lungo il sentiero, ascoltiamo le loro esperienze, le loro vite, e condividiamo le nostre. Che bella cosa la condivisione, arricchisce le nostre esistenze. Avanti scegliamo un campeggio, tira vento, ci sono insetti fastidiosissimi, ma va bene. Proviamo ad accendere il fuoco - le mie tattiche da Bear Grylls pero' falliscono miseramente! - e ci rassegnamo alla fine a cucinare sui nostri fornelli da campo. Dopo diverse peripezie, un piatto da 2 etti e mezzo di pasta integrale al sugo a ciascuno, mangiato seduti su un tronco d'albero che fronteggia una prateria che termina in una valle montuosa, forma a V, ci sembra il pasto migliore della nostra vita. Scalda, riempie, fortifica lo spirito. Prepara alla notte incombente.

Evan mi insegna a prepare gli S'mores, marshmallows bruciati sul classico ramoscello e una volta pronti, infilati direttamente dal bastone su uno strato di biscotto e cioccolato. Paradisiaci. Una golosita' che ci rende felici, come i bambini davanti ad un pacchetto di caramelle. Arrostiamo marshmallows per 15 minuti, e ci prepariamo per la notte. Per quanto fredda e dura, senza materassino, a gelare sebbene con 4 strati di vestiti addosso, non spacca la felicita' e la gioia per una giornata del genere.

Il giorno dopo siamo di nuovo sul sentiero, a Marian Lake, una gemma incastonata in una piccola valle glaciale. Il sole splende su di noi ancora, siamo parecchio fortunati per cio', in un parco che riceve mediamente 6 metri di pioggia l'anno. E noi siamo cosi' contenti per il divertimento avuto sulla trail, per il sole, per essere qui, liberi, per condividere tutto cio', che ci mettiamo in mutande e ci gettiamo nell'acqua gelida, coraggiosi, a fare il bagno. E' il coronamento di diversi giorni di amicizia, di bei momenti, di valli e vette, di fiumi e laghi. Ci scambiamo il 5, da veri amici. Ci conosciamo da una settimana, ma siamo come fratelli. Hey bro.

La sera, finalmente al caldo di un letto degno di tal nome, ripenso a tutto cio'. E' vero, nella mia mente rimarranno indelebili le immagini del lago, delle vette innevate, come rimagono ferme le immagini di Grand Canyon, di Bryce, di Zion. Quando ne parlo, mi emoziono sempre, e sono sempre vivido nelle descrizioni di questi paradisi che la natura ci regala.
Ma nel mio cuore, oltre a questo, porto molto altro. Porto le facce di gente conosciuta camminando, per caso. Porto i sorrisi di amici da tante parti del mondo, che con me hanno condiviso esperienze di viaggio e che come me, lo stanno ancora facendo. Porto il battere il pugno con fratelli con cui ho passato piu' tempo, con cui mi trovo bene, che suppliscono alla mancanza dei miei vecchi amici. Porto la condivisione di fatiche, di pioggia, di vento, di freddo. Porto i marshmallows arrostiti sul fuoco, i sorrisi da essi ricavati. Porto la gioia che solo il contatto umano, lo stare insieme, il condividere, puo' donare.

Queste, sono i piccoli mattoni che mi sorreggono. E sorreggono anche il peso che una vista cosi' reca con se': una prateria ingiallita - l'erba verde deve ancora trovare il suo spazio - la valle ai lati si erge maestosa, verde, impenetrabile, spunta dal terreno e sale perpendicolare, la montagne coperte di neve sullo sfondo, a chiudere questo piccolo angolo di paradiso. Un peso imponente. Da solo a volte, e' difficile da sopportare, da assaporare, da godere. Difficile, anche se non impossibile.
Con qualche buon amico al fianco, anche i pesi piu' grandi, una volta divisi, si sostengono.
Ecco come ho visto la vita in questi giorni.
Ringrazio sempre il mio Dio per quello che ha creato, perche' e' straordinario. E lo ringrazio anche perche' mette sulla mia strada persone magnifiche.
La mia non e' piu' solo una stradella di campagna, che corre dritta per la sua via, isolata, deserta.
La mia sta diventando un'autostrada, trafficata, piena di svincoli e di altre strade che si congiungono ad essa. E la mia autostrada, per quanto ne vedo ora, porta verso luoghi magnifici.

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