venerdì 16 novembre 2012

West Coast


Stamattina mi sveglio, e provo odio o quasi verso gente di altre nazionalita’. E vi spiego il perche’. Ci sono due signore asiatiche (scommetto cinesi) di mezz’eta’ che sono sedute al tavolo della colazione, affianco alla finestra panoramica che da sul lago Wanaka. Una delle due scatta foto per 5 minuti al lago. Da dentro. Da dietro la finestra. Che cazzo ti costa uscire, fare 10 passi e scattare da la scusa?! Punto due: la suddetta signora poi inizia a farsi qualche autoscatto. Io vedo cosa inquadra, e mi viene il voltastomaco. La foto e’ del suo bel viso da sberle, mezzo tavolo con una tazza di te’, una finestra e credo un riflesso sbiadito del lago. Ora, cosa vuol significare una foto cosi’? Vuoi mostrare a casa che facevi colazione quando eri via? Vuoi ricordarti che un giorno hai mangiato sopra un tavolo marrone e vicino ad un lago sbiadito? Vorrei tanto andare li’ e dirglielo in faccia, ma mi limito a mangiare i miei cereali, i miei biscotti e il mio pane.

Un’altra nazione che sto imparando ad odiare e’ la Germania. Mi fermo prima di iniziare per precisare: ho diversi amici tedeschi, tutta bravissima gente, cordiale, gentile, simpatica. Non ho niente contro di loro. Quel che ho va contro diversi loro conterranei e contro diversi loro costumi. Uno: non puoi fare colazione con quintali di pane integrale con sopra etti di burro zio can. A te piacera’ anche, ma a me fa vomitare. E non ci tengo a sedermi per far colazione per alzarmi un minuto dopo per andare al cesso a vomitare. Due: smettila di camminare, tu tedesco, in qualsiasi ostello a piedi scalzi. Va ben che magari sara’ piu’ pulito di casa tua e che vuoi risparmiare 5$ per un paio di infradito, ma che cazzo. Mi fa cagare solo a vederti scalzo in cucina. Tre: sei invadente come le cavallette. Una piaga. Credo che il 50% della gente che ho trovato qui finora venga dalla Tedeschia. Mi sono un po’ svangato i coglioni sinceramente. Parlavo l’altro giorno con un americano: statistiche degli albergatori pare dicano che sia il 10% della popolazione tedesca in giro. Cio’ equivale a circa 8 milioni di persone in giro per il mondo. E credo che una buona fetta sia da ste parti. Cio’ vuol dire che e’ asfissiante la cosa. Ed il brutto e’ che fanno cummaro’: trovano altri connazionali, sei fottuto tu, povero english-speaker. Ti sembrera’ di essere in un lager nazista. Percio’, ho deciso che a meno che non si tratti di fighe fotoniche, lascero’ perdere nuove conoscenze germaniche. Almeno per un po’.

Per il resto, la giornata e’ stata bella. Sono stato alle Blue Pools. Credo ci siano nove milioni di posti chiamati “Blue Pools” nel mondo, ma se ce n’e’ uno che si merita appieno questo nome, questo e’ sulla Haast-Highway (road n.6) in Nuova Zelanda. Ed io ci sono andato. L’acqua in tutto il paese ha un colore pazzesco. I laghi soprattutto, sembrano i Caraibi, la Golden Coast australiana. L’autista della navetta che mi porto’ a fare skydiving mi disse che l’acqua del lago Wakatipu, di fronte a Queenstown, si puo’ anche bere da quanto pura e’. Un blu profondo che cambia solo a qualche metro da riva, divenendo un verde smeraldo che lascia intravedere il fondale, che pare tutto sabbioso. I torrenti poi, sono di un acqua intendo, glaciale. Non a caso tre quarti di essi proviene dallo scioglimento delle nevi a monte, onde per cui allo sventurato che decide di tuffarvisi dentro – anch’io sinceramente ne sono invitato, ma limito la mia “foolishness” a Lake Marian – consiglio di tener pronto il numero di un’ambulanza. Ad ogni modo, le Blue Pools sono incredibili. Credo di non aver mai visto un blu cosi’ blu. Potrei usare le foto che ho scattato per descrivere il colore blu. Anche se forse e’ piu’ un color acqua intenso. Ma cos’e’ il color acqua? Ma vafanculo.

Sul fondo del torrente, che sotto i miei piedi (sono sospeso su un ponte) forma una grossa pozza, stanno delle trote. Grosse trote. Ho una voglia matta di pescare in questo momento. Ma non ho ne’ canna ne’ filo. Invidio quelle trote perche’ vivono in un ambiente cosi’ puro, incontaminato, protetto. Se sapessero com’e’ la superificie, e come chi la abita vuole ad ogni costo distruggerla, credo scaverebbero una buca sul fondo del fiume per nascondersi. Ma la mia testa non ha di questi pensieri ora, penso solo a godermi questo spettacolo.

Guido verso Franz Josef lungo strade incredibili. Foreste primordiali che soffocano paeselli con case che si contano sulle dita di una mano. Fiumi impetuosi scavano larghi greti sassosi. Alla mia sinistra, nuvole si ammassano all’orizzonte: e’ l’oceano, poco distante, che le origina. Alla mia destra, passato il primo strato di vegetazione, si innalzano i monti, e le loro cime restano invisibili, dietro le nuvole, la nebbia. Quella nebbia tetra, misteriosa, eppur cosi’ affascinante. Arrivo a Franz Josef al mio ostello, ho voglia di pesce. Ceno con 5 filetti di pesce surgelato (ottima cottura, mi complimento con me stesso), una zuppa di pesce, pane e spinaci. Gran cena, sostanziosa e salutare, ci voleva. Oggi ho mangiato con 11 dollari, ovvero circa 6 euro. Non c’e’ male. Sistemo le mie foto, e mentre armeggio col telefono, mi arriva la notizia che sono stato ufficialmente assunto a Glenorchy, fino a meta’ marzo. Questa cosa comporta molte conseguenze, tra cui l’affrettare e modificare i miei piani turistici. Ma va molto, molto bene, le cose sono fattibili, sotto controllo, proseguono bene. L’umore e’ alle stelle.

Stasera vado a letto realizzato, contento, felice. Diro’ grazie una volta in piu’, prima di dormire.

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