Se ne avessi il tempo e le forze, potrei scrivere pagine
intere ogni giorno su quello che faccio e quello che provo. Ma fortunatamente,
le mie giornate sono spesso talmente piene che talvolta mi riesce proprio
difficile, faticoso, ritagliarmi del tempo per sedermi e scrivere, anche se
provo immenso piacere nel farlo. Anche perche’ spesso mi accompagno a del te’ o
del caffe’ seduto su un comodo divano, specialmente se il caffe’ o te’ di turno
e’ offerto dall’ostello.
Solo negli ultimi due giorni, ho fatto talmente tanto che
sembra sia passata una settimana intera. Che dico, anche due. Dal mio piano
originario di camminare a Nelson Lakes NP (alcuni laghi sono ancora
ghiacciati.. a 1700 metri.. in quello che da noi sarebbe maggio..) mi sono
immerso in Abel Tasman NP. Ho guidato da Greymouth a Nelson, passando dal
grigiore della costa al sole che spezza le nubi nelle campagne dietro Nelson,
amabili posti collinari dove fattorie semplicemente deliziose fiancheggiano la
strada e i piedi delle colline, docili e verdi. Guidare diventa un piacere, non
del tempo che si deve trascorrere in un cartoccio di metallo per andare da un
punto all’altro. L’occhio si perde tra prati, pascoli, pecore, cavalli, case
che sembrano uscite dal set di qualche film, tipo Forrest Gump. Cartelli
indicano “Fresh fruit – please drive in!”. Mi fermerei li ore, il fatto e’ che
son perlopiu’ mele e a me la mela non ha mai appassionato a dismisura. Fossero
angurie, albicocche, pesche e meloni, il mio viaggio finirebbe qui. Arrivo a
Nelson, la mia base per esplorare AT. Sono in macchina il giorno dopo per la
parte Sud del parco, dove intendo prendere un water taxi fino a Bark Bay e
camminare i circa 22 km del ritorno a piedi. Noto subito una cosa, l’acqua
stupenda, magnifica, pulitissima. Di quelle che vedi solo da cartoline che
arrivano dai Caraibi, o in tv mentre guardi documentari sulla Polinesia magari.
Mentre solco le acque sul veloce water-taxi, un motoscafo che trasporta i
turisti lungo la costa a prezzi modici, conosco due ragazze tedesche che mi
fanno pentire di tutte le imprecazioni profuse nei giorni precedenti nei
confronti di questo amabile popolo. Dai tratti melliflui, dal solito inglese
semi-perfetto, piuttosto “chatty”, cado in-love all’istante. Passo con loro una
buona mezza giornata, camminando tra la foresta in parte, accompagnato da orde
di uccelli canori che cantano in tonalita’ mai sentite, facendomi sentire
veramente nel mezzo di una giungla esotica, e in parte lungo la costa. Una
costa che annovera sabbia granulosa, impeccabile, senza rifiuti o bastoncini,
di un colore giallo pallido che diventa arancione una volta sulla battigia,
bagnata dall’acqua. Un’acqua chiara, azzurrina per i primi metri, dove banchi
di pesciolini nuotano seguendo le onde. Diventa scura piu’ avanti, verde
smeraldo prima, azzurro profondo poi, in un quadro fantastico che ha in rocce
grigio chiare ornate da alberi una cornice adatta. Sono in paradiso. Mi manca
un’amaca e del latte di cocco e potrei anche lasciarci le penne, lo farei
contento.
A Torrent Bay non ce la faccio piu’, e anche se non ho
costume ne’ tanto meno asciugamano, mi faccio il bagno. Le mie amiche tedesche
non cedono, ma io mi butto lo stesso, in mutande. Un piacere pazzesco, nuotare
in un posto cosi’ bello, pare di disturbare la quite della baia, dove nessuno
nuota, dove il vento non alza onde e non muove le foglie degli alberi. Nuoto
tranquillo ed esploro le piccole baie, i sassi, guardo i pesciolini nuotarmi
attorno. L’acqua e’ tra i 15 e i 20 gradi, perfetta per una nuotata. Dopo Lake
Marian, posso nuotare in diversi posti potrei dire. Riemergo dall’acuqa
soddisfatto, con le mutande bagnate, ma contento.
Salutate le mie amiche, con le quali di sicuro vorro’
tenermi in contatto, riprendo a camminare per mio conto. Macino km su km ad una
media dei 6 all’ora, sapendo che sarei arrivato in ostello tardissimo, seppur
stanco ed affamato. Riesco comunque ad apprezzare quello che vedo camminando,
quel verde smeraldo che finche’ non andro’ alle Fiji non mi levero’ dagli
occhi. Piscio nel mezzo della trail davanti ad una baia nascosta, tanto nessuno
sta camminando nei miei paraggi, ho incontrato 10 persone in un paio d’ore. Una
volta arrivato in paese, e’ tardi, e ho ancora un km da camminare. Me lo provo
a risparmiare, anche per i miei poveri piedi, facendo autostop. La prima volta
nella mia vita. Ed incredibilmente, come per magia, la prima macchina che passa
si ferma e mi tira su, un ragazzo sui 30 del posto, che ascolta musica tecno a
palla e mi fa scendere al parcheggio dove avevo lasciato l’auto. Grandioso. A
volte lo penso, che son nato con la camicia (ma non e’ sempre vero, purtroppo!)
Poi e’ un susseguirsi di emozioni: la strada al tramonto,
che da Marahau a Tataka e’ inverosimile. La Tataka Hill che mi regala una delle
scene bucoliche piu’ belle che ricordi, con il sole che squarcia le nubi in
raggi densi all’inverosimile, che giungono potenti a terra a inverdire campagne
spente dal grigio delle nubi. Pare di guardare lo spettacolo dalla stessa
altezza del cielo. Pare che uno dei raggi, tanto e’ grosso, forte e denso, sia
quello che nei film, nei cartoni, preannuncia la discesa di Dio stesso, di un
angelo. E io, non ne avevo mai visto uno cosi’, penso a Lui che mi ha donato di
vedere tutto cio’. Mentre guido e scendo la collina, ammiro le fattorie e la
pace che sembra circondarle. Credo che vivere qui la propria vecchiaia sia come
comprarsi una bara di lusso: un posto magnifico dove trascorrere gli ultimi
anni, in pace, tranquillita’, serenita’ che solo la campagna circondata dalla
collina puo’ darti. Se perdipiu’ e’ affacciata su un mare da sogno, io non
posso immaginare di chiedere di meglio. Riesco a perdermi nel paesaggio a tal
punto da passare 20 km oltre l’ostello, e perdo tempo prezioso per tornare
indietro al punto da rischiare di trovare la reception chiusa, e con essa, la
porta d’ingresso. Ma la camicia con cui pare a volte sia nato me la tengo ben
stretta addosso, e arrivo giusto quei 5 minuti prima della chiusura, che mi
garantiscono un letto anche stanotte!
Mentre il giorno successivo, dopo una breve camminata di 3
km fino a raggiungere la “mia” spiaggia privata, prendo il sole disteso su uno
scoglio, penso a tutto cio’. Ieri parlavo con 2 ragazze tedesche e la sera, in
ostello, con una coppia dal Texas, con cui ho parlato delle porzioni enormi del
loro cibo e degli highlights del paese. Facevo il bagno qui, il 21 novembre. Il
21 novembre, inoltre, sono abbronzato piu’ di quanto lo ero l’1 agosto a casa
mia. Sono a sud del mondo, lontanissimo da casa mia, a volte da solo a volte
con molta piu’ gente, con gente molto piu’ positiva ed energizzante di quella
con cui mi trovavo ad essere a casa. Sono cosi’ maledettamente contento di come
vanno le cose: ho la certezza di avere un lavoro per i prossimi 3 mesi che mi
permettera’ non solo di coprire le mie spese di viaggio finora, ma anche forse
di salvare qualche soldo. Ho fatto l’autostop e ci sono riuscito al primo
colpo. Posso permettermi di pisciare in mezzo ad un sentiero, davanti ad una
baia limpida o al Franz Josef glacier ma tanto nessuno mi vedra’ perche’ c’e’
poca gente sul sentiero, o li ho staccati di parecchio. C’e’ la solitudine
giusta per contemplare lo spettacolo che vedo. Sto facendo un sacco di
amicizie, sto apprezzando il creato come non mai. E realizzato tutto cio’,
scottato dal sole, apro gli occhi.. e c’e’ una foca che sta nuotando a 10 metri
da me, nell’acqua cristallina in cui ho nuotato ieri.
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