mercoledì 21 novembre 2012

Sapore di sale, sapore di mare


Se ne avessi il tempo e le forze, potrei scrivere pagine intere ogni giorno su quello che faccio e quello che provo. Ma fortunatamente, le mie giornate sono spesso talmente piene che talvolta mi riesce proprio difficile, faticoso, ritagliarmi del tempo per sedermi e scrivere, anche se provo immenso piacere nel farlo. Anche perche’ spesso mi accompagno a del te’ o del caffe’ seduto su un comodo divano, specialmente se il caffe’ o te’ di turno e’ offerto dall’ostello.

Solo negli ultimi due giorni, ho fatto talmente tanto che sembra sia passata una settimana intera. Che dico, anche due. Dal mio piano originario di camminare a Nelson Lakes NP (alcuni laghi sono ancora ghiacciati.. a 1700 metri.. in quello che da noi sarebbe maggio..) mi sono immerso in Abel Tasman NP. Ho guidato da Greymouth a Nelson, passando dal grigiore della costa al sole che spezza le nubi nelle campagne dietro Nelson, amabili posti collinari dove fattorie semplicemente deliziose fiancheggiano la strada e i piedi delle colline, docili e verdi. Guidare diventa un piacere, non del tempo che si deve trascorrere in un cartoccio di metallo per andare da un punto all’altro. L’occhio si perde tra prati, pascoli, pecore, cavalli, case che sembrano uscite dal set di qualche film, tipo Forrest Gump. Cartelli indicano “Fresh fruit – please drive in!”. Mi fermerei li ore, il fatto e’ che son perlopiu’ mele e a me la mela non ha mai appassionato a dismisura. Fossero angurie, albicocche, pesche e meloni, il mio viaggio finirebbe qui. Arrivo a Nelson, la mia base per esplorare AT. Sono in macchina il giorno dopo per la parte Sud del parco, dove intendo prendere un water taxi fino a Bark Bay e camminare i circa 22 km del ritorno a piedi. Noto subito una cosa, l’acqua stupenda, magnifica, pulitissima. Di quelle che vedi solo da cartoline che arrivano dai Caraibi, o in tv mentre guardi documentari sulla Polinesia magari. Mentre solco le acque sul veloce water-taxi, un motoscafo che trasporta i turisti lungo la costa a prezzi modici, conosco due ragazze tedesche che mi fanno pentire di tutte le imprecazioni profuse nei giorni precedenti nei confronti di questo amabile popolo. Dai tratti melliflui, dal solito inglese semi-perfetto, piuttosto “chatty”, cado in-love all’istante. Passo con loro una buona mezza giornata, camminando tra la foresta in parte, accompagnato da orde di uccelli canori che cantano in tonalita’ mai sentite, facendomi sentire veramente nel mezzo di una giungla esotica, e in parte lungo la costa. Una costa che annovera sabbia granulosa, impeccabile, senza rifiuti o bastoncini, di un colore giallo pallido che diventa arancione una volta sulla battigia, bagnata dall’acqua. Un’acqua chiara, azzurrina per i primi metri, dove banchi di pesciolini nuotano seguendo le onde. Diventa scura piu’ avanti, verde smeraldo prima, azzurro profondo poi, in un quadro fantastico che ha in rocce grigio chiare ornate da alberi una cornice adatta. Sono in paradiso. Mi manca un’amaca e del latte di cocco e potrei anche lasciarci le penne, lo farei contento.

A Torrent Bay non ce la faccio piu’, e anche se non ho costume ne’ tanto meno asciugamano, mi faccio il bagno. Le mie amiche tedesche non cedono, ma io mi butto lo stesso, in mutande. Un piacere pazzesco, nuotare in un posto cosi’ bello, pare di disturbare la quite della baia, dove nessuno nuota, dove il vento non alza onde e non muove le foglie degli alberi. Nuoto tranquillo ed esploro le piccole baie, i sassi, guardo i pesciolini nuotarmi attorno. L’acqua e’ tra i 15 e i 20 gradi, perfetta per una nuotata. Dopo Lake Marian, posso nuotare in diversi posti potrei dire. Riemergo dall’acuqa soddisfatto, con le mutande bagnate, ma contento.

Salutate le mie amiche, con le quali di sicuro vorro’ tenermi in contatto, riprendo a camminare per mio conto. Macino km su km ad una media dei 6 all’ora, sapendo che sarei arrivato in ostello tardissimo, seppur stanco ed affamato. Riesco comunque ad apprezzare quello che vedo camminando, quel verde smeraldo che finche’ non andro’ alle Fiji non mi levero’ dagli occhi. Piscio nel mezzo della trail davanti ad una baia nascosta, tanto nessuno sta camminando nei miei paraggi, ho incontrato 10 persone in un paio d’ore. Una volta arrivato in paese, e’ tardi, e ho ancora un km da camminare. Me lo provo a risparmiare, anche per i miei poveri piedi, facendo autostop. La prima volta nella mia vita. Ed incredibilmente, come per magia, la prima macchina che passa si ferma e mi tira su, un ragazzo sui 30 del posto, che ascolta musica tecno a palla e mi fa scendere al parcheggio dove avevo lasciato l’auto. Grandioso. A volte lo penso, che son nato con la camicia (ma non e’ sempre vero, purtroppo!)

Poi e’ un susseguirsi di emozioni: la strada al tramonto, che da Marahau a Tataka e’ inverosimile. La Tataka Hill che mi regala una delle scene bucoliche piu’ belle che ricordi, con il sole che squarcia le nubi in raggi densi all’inverosimile, che giungono potenti a terra a inverdire campagne spente dal grigio delle nubi. Pare di guardare lo spettacolo dalla stessa altezza del cielo. Pare che uno dei raggi, tanto e’ grosso, forte e denso, sia quello che nei film, nei cartoni, preannuncia la discesa di Dio stesso, di un angelo. E io, non ne avevo mai visto uno cosi’, penso a Lui che mi ha donato di vedere tutto cio’. Mentre guido e scendo la collina, ammiro le fattorie e la pace che sembra circondarle. Credo che vivere qui la propria vecchiaia sia come comprarsi una bara di lusso: un posto magnifico dove trascorrere gli ultimi anni, in pace, tranquillita’, serenita’ che solo la campagna circondata dalla collina puo’ darti. Se perdipiu’ e’ affacciata su un mare da sogno, io non posso immaginare di chiedere di meglio. Riesco a perdermi nel paesaggio a tal punto da passare 20 km oltre l’ostello, e perdo tempo prezioso per tornare indietro al punto da rischiare di trovare la reception chiusa, e con essa, la porta d’ingresso. Ma la camicia con cui pare a volte sia nato me la tengo ben stretta addosso, e arrivo giusto quei 5 minuti prima della chiusura, che mi garantiscono un letto anche stanotte!

Mentre il giorno successivo, dopo una breve camminata di 3 km fino a raggiungere la “mia” spiaggia privata, prendo il sole disteso su uno scoglio, penso a tutto cio’. Ieri parlavo con 2 ragazze tedesche e la sera, in ostello, con una coppia dal Texas, con cui ho parlato delle porzioni enormi del loro cibo e degli highlights del paese. Facevo il bagno qui, il 21 novembre. Il 21 novembre, inoltre, sono abbronzato piu’ di quanto lo ero l’1 agosto a casa mia. Sono a sud del mondo, lontanissimo da casa mia, a volte da solo a volte con molta piu’ gente, con gente molto piu’ positiva ed energizzante di quella con cui mi trovavo ad essere a casa. Sono cosi’ maledettamente contento di come vanno le cose: ho la certezza di avere un lavoro per i prossimi 3 mesi che mi permettera’ non solo di coprire le mie spese di viaggio finora, ma anche forse di salvare qualche soldo. Ho fatto l’autostop e ci sono riuscito al primo colpo. Posso permettermi di pisciare in mezzo ad un sentiero, davanti ad una baia limpida o al Franz Josef glacier ma tanto nessuno mi vedra’ perche’ c’e’ poca gente sul sentiero, o li ho staccati di parecchio. C’e’ la solitudine giusta per contemplare lo spettacolo che vedo. Sto facendo un sacco di amicizie, sto apprezzando il creato come non mai. E realizzato tutto cio’, scottato dal sole, apro gli occhi.. e c’e’ una foca che sta nuotando a 10 metri da me, nell’acqua cristallina in cui ho nuotato ieri.

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